Dietro ogni ministro c’è un burocrate. E dietro ogni presidente del Consiglio c’è un portavoce e un ufficio stampa. La leader di Fratelli d’Italia e premier in pectore, Giorgia Meloni, sa quanto è importante non sbagliare la scelta di queste figure. Non ci si può affidare solo ad amici o colleghi di partito.

Selezionare capi di gabinetto, capi legislativi, capi segreteria, portavoce e addetti alla comunicazione non è un’attività secondaria nella formazione del nuovo governo: la macchina funziona non solo se c’è l’accordo politico, in questo caso tra FdI, Lega e Forza Italia, ma anche se l’apparato burocratico è pronto a reggere l’urto di una stagione molto difficile. C’è da concludere il lavoro sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), fronteggiare la crisi energetica e le altre conseguenze della guerra in Ucraina, tenere i rapporti diplomatici con l’Unione europea e il resto del mondo. E, sul fronte politico, il partito uscito vincitore dalle elezioni del 25 settembre deve trasformarsi da forza di opposizione in partito che guida il governo. Quindi serve un lavoro di comunicazione diverso rispetto a quello fatto finora, molto più istituzionale.

Il portavoce istituzionale

Una fonte di Fratelli d’Italia vicina alla presidente riferisce che Meloni vorrebbe ampliare il suo staff di comunicazione. Attualmente la portavoce è Giovanna Ianniello, collabora con lei dai tempi di Azione giovani, con una pausa dal 2008 al 2013 quando ha lavorato nella giunta di Gianni Alemanno, ai tempi sindaco di Roma. L’idea è quella di creare una figura istituzionale aggiuntiva da affiancare al ruolo di portavoce “politico”, che potrebbe essere la stessa Ianniello a ricoprire, in modo tale che il governo venga rappresentato da una figura meno partitica.

Ci sono poi i rapporti con la stampa estera, e anche per questi Meloni vorrebbe una figura nuova. Ma nell’ufficio stampa della premier dovrebbero rimanere alcuni collaboratori attuali, come Paolo Quadrozzi, l’uomo macchina che si occupa di comunicati e dossier, nonché cognato di Ianniello.

Un altro nome che circola è quello dell’attuale capo ufficio stampa di Fratelli d’Italia alla Camera, Emiliano Arrigo, già portavoce di Ignazio La Russa quando era ministro della Difesa ed ex giornalista di Libero. Potrebbe rimanere a Montecitorio e guidare tutta la comunicazione, un ruolo non semplice, tenendo conto del grande numero di nuovi parlamentari che FdI ha ottenuto dopo il voto.

Il segretario generale

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L’apparato burocratico è l’altro fronte su cui lavorano le persone di fiducia vicino a Meloni. Il momento è ancora prematuro per prendere decisioni, Meloni deve ricevere formalmente l’incarico di premier dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e la lista dei ministri non sarà pronta prima di venti giorni, ma nel frattempo si cercano papabili.

Un ruolo chiave è la segreteria generale di palazzo Chigi. La scelta è difficile e strategica per ogni nuovo premier. Una fonte del partito indica il nome di Giacomo Lasorella, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). Ha un curriculum di valore: è stato vicesegretario generale vicario della Camera dei deputati, capo del servizio assemblea e capo dell’ufficio commissioni d’inchiesta, di vigilanza e controllo.

Si vaglia anche l’attuale capo del dipartimento degli Affari giuridici e legislativi (Dagl) di palazzo Chigi, Carlo Deodato. In precedenza ha ricoperto il ruolo di capo di gabinetto con Paolo Savona (già ministro degli Affari europei), è stato alla Consob e ha collaborato con Renato Brunetta.

Centomila burocrati

Per i ministeri, invece, circola il nome di Dino Polverari. Ex capo di gabinetto di Marianna Madia (Pd), quando era ministra per la Pubblica amministrazione nel governo Renzi, è consigliere parlamentare con l’incarico di capo del servizio per le competenze dei parlamentari. Uomo fidato, senza marchi politici, e apprezzato soprattutto dalla Lega. Ermanno De Francisco, anche lui con un’esperienza di capo del Dagl durante il governo Conte II, è fra i nomi che Fratelli d’Italia sta considerando. Una fonte della Lega con ruoli di governo riferisce che potrebbe rimanere nell’apparato Gaetano Caputi, attuale capo di gabinetto del Turismo, in passato direttore generale della Consob.

Dallo stesso ministero arriva il nome di Roberto Proietti, consigliere di stato, attuale capo dell’ufficio legislativo. Matteo Salvini, che sta lottando per avere i ministeri chiave della Giustizia e dell’Interno, vorrebbe far rientrare alcuni esponenti del suo partito non eletti. Come il responsabile Enti locali Stefano Locatelli e Maurizio Bosatra. Quest’ultimo ha esperienza nei palazzi: è stato capo di gabinetto con Roberto Calderoli, quando era ministro della Semplificazione normativa.

Il giurista Giuseppe Chinè, che da anni si muove dentro ai palazzi istituzionali, è uno dei nomi al vaglio. Consigliere di stato, la fucina da cui arrivano moltissimi dei tecnici e dei capi di gabinetto che servono i ministeri, è stato capo dell’ufficio legislativo dell’Economia con Giulio Tremonti (di cui è stato per due anni anche consigliere) e poi con Mario Monti ed Enrico Letta. Dal 2021 è capo di gabinetto del Mef con il ministro Daniele Franco.

Il documento

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Un dossier messo a punto da Fratelli d’Italia, con i possibili papabili per i ruoli amministrativi, contiene il nome di Luigi Fiorentino, consolidato capo di gabinetto, attualmente all’Istruzione, e quello di Simonetta Saporito, dirigente di I fascia della presidenza del Consiglio.

Poi ci sono Marco Rossi, già segretario generale del ministero del Lavoro, grande esperto di politiche del personale, e Claudio Contessa, con un’esperienza alla Transizione ecologica come capo dell’ufficio legislativo.

Molto apprezzato dal partito di Meloni è Andrea Venanzoni, costituzionalista, funzionario dell’ufficio legislativo del ministero del Turismo, esperto di digitalizzazione e di organizzazione amministrativa.

Ma in cima alla lista si trova Alfonso Celotto, ordinario di diritto costituzionale all’università Roma Tre, è stato capo di gabinetto, capo ufficio legislativo e consigliere giuridico. A suo favore gioca anche la posizione incline a una riforma costituzionale in chiave presidenziale. Un nome importante che Fratelli d’Italia vorrebbe inserire nell’apparato di governo è quello di Roberto Chieppa, presidente di sezione del Consiglio di stato, già segretario generale della Agcm e poi segretario generale a palazzo Chigi.

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