L’immagine usata da Ignazio La Russa per illustrare il post col quale ha rivendicato la storia della propria famiglia, sia personale che politica, ha un lungo trascorso e racconta molte cose sulla cultura ideologica che lo alimenta molto di più del testo che l’accompagna.

Il manifesto del Movimento sociale con il giovane che punta il dito e la scritta “aiutateci a difendervi” ha illustri antenati iconografici ed evidenti connessioni con le frange estreme del neofascismo degli anni Settanta, non soltanto italiane.

Il moderno uso politico di questa immagine nasce con il manifesto del 1914 per l’arruolamento volontario nell’esercito britannico con il ritratto del baffuto capo di stato maggiore dell’esercito Lord Horatio Herbert Kitchener, noto per la durezza con cui aveva condotto la guerra contro i boeri, e la scritta “Your country needs you”. Pochi anni dopo, il manifesto ispira Montgomery Flagg che realizza il famosissimo “I want you for the US army” accompagnato dalla figura dello Zio Sam.

Il successo è tale che quell’immagine diventa un modello che sarà ripreso in tanti paesi, compresa la Russia rivoluzionaria per promuovere fra i contadini l’adesione ai kolkhoz. In Italia l’immagine arriva con il fante in trincea disegnato da Luciano Muzan nel manifesto di propaganda per la sottoscrizione al prestito di guerra e l’invito agli italiani “fate tutti il proprio dovere” per sostenere economicamente il paese e onorare il sacrificio dei soldati italiani.

Anche la Repubblica sociale italiana pensa di attingere a questa “icona”, ma a puntare il dito questa volta a fianco di un bersagliere italiano c’è un fante tedesco che gli tiene un’amichevole mano sulla spalla. L’italiano e l’alleato, che sta occupando il nord Italia, insieme rivolgono la domanda “e tu cosa fai?”. Si tratta dunque di una immagine famosissima che nasce e si sviluppa in ambito militare e bellico, in sintonia con la cultura e l’immaginario di un partito neofascista come l’Msi e la famiglia di Ignazio La Russa.

Il manifesto usato nel post risale ai primissimi anni Settanta, anni nei quali anche nel Msi si manifesta una contestazione giovanile ispirata dalla prospettiva di una nuova destra europea, molto più radicale. In questo contesto maturano contatti, scambi, ma anche campi politici e paramilitari a cui partecipano esponenti di diversi paesi. Il manifesto in questione è una diretta testimonianza di questa fase.

Particolarità non certo comune, viene stampato in Italia dalla stessa tipografia in duplice versione, una per l’Italia a firma Msi e l’altra per la Francia a firma Ordre nouveau (nella foto in basso). Organizzazione di estrema destra ispirata nel nome al Centro studi Ordine Nuovo fondato da Pino Rauti nel 1956. Entrambe le organizzazioni furono sciolte nel 1973, la prima per decisione del Consiglio dei ministri francese, la seconda per decisione del ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani per ricostituzione del partito fascista.

La doppia versione del manifesto è dunque un’ulteriore prova della vicinanza fra l’Msi e l’organizzazione neofascista francese. L’immagine del giovane, che si differenzia nelle due versioni solo per i colori delle rispettive bandiere nazionali, riprende nello stile e nei dettagli l’iconografia militare del Ventennio tesa a esaltare la virilità e la forza.

Richiamando alcuni dei manifesti realizzati da illustratori quali D’Ercoli tesi a esaltare la razza italiana. Il messaggio “aiutateci a difendervi” è poi un esplicito riferimento al pericolo comunista e sovversivo. Nei confronti del quale il Movimento sociale nei primi anni Settanta non aveva alcuna remora ad auspicare l’avvento di una soluzione autoritaria. Un manifesto intrinsecamente fascista quindi, nella forma e nei contenuti, che stride con la celebrazione “della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana” del Msi rivendicate da La Russa.

 

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