Nella piazza per sostenere il giornalista dopo la bomba esplosa sotto casa, va in scena l’alleanza del campo largo. Schlein: «Mai detto che il governo è il mandante»
Il padrone di casa è Giuseppe Conte. Dubbio non c’è, anche se la presenza dei parlamentari di Pd e Avs nella piazza di Santi Apostoli per esprimere solidarietà a Sigfrido Ranucci è rilevante. Il presidente stesso a parole dice che «questa è la piazza della libertà di stampa», quasi a spostare, almeno sulla carta, l’attenzione da sé.
Ma la Santi Apostoli piena all’incirca per metà ha un sapore Cinque stelle nonostante il Movimento abbia evitato di mettere il proprio simbolo sul manifesto di convocazione. Eppure, mentre Conte si gode la manifestazione su cui ha messo il cappello, tornano ad agitarsi vecchi fantasmi: dal nulla si risveglia il vecchio sito dormiente di Beppe Grillo, movimento5stelle.it, lasciato in stand-by da quando l’ex premier ha preso il controllo del partito.
Sulla piattaforma, spoglia per il resto, si possono consultare rendiconti del passato, ma chi ha avuto modo di parlare con il fondatore racconta la scelta come un segnale: «L’associazione Movimento 5 stelle non è un residuo del passato: è attiva, operativa e titolare del simbolo».
Altri grattacapi in arrivo per Conte, per altro a ridosso delle elezioni in Campania. Intanto, però, la lista degli interventi scorre serena e soddisfa l’area pentastellata: dal direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio alla giornalista palestinese Rula Jebreal, passando per Andrea Scanzi e diversi parlamentari M5s, Barbara Floridia, Roberto Cafiero de Raho e ovviamente l’ex premier, che si fa lasciare poco lontano dalla piazza per fare gli ultimi cinquanta metri a piedi: vestito, camicia aperta, sorriso. In presenza vengono in pochi: il conduttore Duilio Giammaria, Francesco Cancellato, Lirio Abbate e i parlamentari.
Tenda di alleanze
I leader alleati fanno un passaggio, poche battute: Elly Schlein arriva avvolta nell’impermeabile verde e si infila presto nel gazebo dietro il palco assieme a Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Un patto di Santi Apostoli? Mai, giurano gli staff, che però gongolano per la prova di unità. Giusto un punto sulle ultime due elezioni regionali in programma di qui a un mese.
Davanti alla tenda – rigorosamente non riformista – fa avanti e indietro una torva Paola Taverna. I parlamentari Cinque stelle si divido tra davanti e dietro il palco: nelle retrovie si aggira il capogruppo M5s Stefano Patuanelli, in piazza stringono mani il questore Filippo Scerra, Leonardo Donno, il presidente dei deputati Francesco Silvestri e Riccardo Ricciardi.
La pioggia spegne le parole del direttore di Fanpage Francesco Cancellato, la folla si disperde in parte ma resiste: a quel punto sbucano anche Chiara Appendino (che aveva annunciato la sua presenza), la deputata Vittoria Baldino (che forse prenderà il suo posto) e Virginia Raggi (che saluta entrambe con affetto).
In piazza si affacciano anche tre parlamentari di Fratelli d’Italia, i capigruppo Galeazzo Bignami e Lucio Malan e Giovanni Donzelli. Nessuna reazione della folla, l’interesse arriva più che altro dai giornalisti.
Il momento topico però è l’arrivo di Sigfrido Ranucci. C’è la corsa per abbracciarlo, il più furbo a posizionarsi per stringerlo a favore di telecamera è Stefano Graziano del Pd, che rimane fuori dal backstage e può intercettarlo appena chiude la portiera. Arrivano anche i leader che stringono le mani del conduttore e danno pacche sulle spalle. Conte stesso aspetta la fine delle interviste per salutarlo: pioggia di flash.
Ai giornalisti ciascuna delle teste del campo progressista consegna la sua tessera del puzzle nella narrazione della serata. «Io credo che la politica non possa limitarsi a un gesto formale, ma deve essere conseguente con atti concreti. Quindi chiedo a FdI che ritirino le querele a Ranucci e a tutti i giornalisti con la Schiena dritta. Chiedo alle sorelle Meloni di dare indicazione al loro partito di farlo» dice Conte. «Chi ha mai detto che la bomba l'avesse messa il governo Meloni o che fossero i mandanti?» si chiede Elly Schlein. «Sui mandanti sta lavorando la magistratura, un lavoro che noi supportiamo e che seguiremo con grande attenzione».
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