In risposta a una domanda sul suo futuro, posta nella conferenza stampa successiva all’approvazione della riforma del Csm, Mario Draghi ha spiegato che «esclude» a più riprese un impegno come federatore del centro dopo la fine del suo mandato. «Ho visto che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo mostrando grande sollecitudine, ma vorrei rassicurarli che se decidessi di lavorare un lavoro lo trovo da solo...»

Draghi ha contestualmente escluso un rimpasto, spiegando che l’attuale squadra di governo «è efficiente». Per quanto riguarda i rischi dell’ultimo anno di governo, Draghi ha elencato una serie di problemi che l’esecutivo sta approcciando: «Il caro energia; l'inflazione che sta aggredendo il potere di acquisto dei lavoratori e diminuendo la competitività delle impresa; la terza sfida, oltre all'uscita dalla pandemia naturalmente, è il Pnrr, che sta andando molto bene».

Le prossime iniziative

Sul carobollette, Draghi ha annunciato per la prossima settimana un complesso di provvedimenti, un intervento che si articola in parte in sostegni concreti ma che secondo le parole del presidente sarà «anche strutturale». Per il presidente, è fondamentale che la crescita non sia strozzata dal caro energia. «Le cifre già stanziate negli ultimi trimestri sono imponenti: sono 9 miliardi e mezzo di euro, ma non sono sufficienti. Credo di poter dire che questo intervento sarà presentato la prossima settimana. Si tratta di sostegni per contenere l'emergenza, poi interventi sull'offerta dell'energia con il potenziamento della produzione. E poi una parte che chiamiamo di fornitura a prezzo calmierato e certo» ha detto. 

Anche per quanto riguarda l’approvazione della legge delega sulla concorrenza, Draghi ha spiegato di voler accelerare i tempi. «La concorrenza è un provvedimento effettivamente importante, giusto quel che dice il relatore: l’approvazione deve essere attuata entro la fine dell'anno, ma non è l'approvazione della sola legge delega. È l’approvazione delle legge delega con i decreti delegati. Quindi l’approvazione della legge delega deve avvenire entro? non lo so: marzo?»

Per quanto riguarda lo spread, Draghi ha sottolineato che gli spread sono aumentati del 3 per cento circa, ma «per molti paesi, quasi tutti in Europa. L'aumento italiano è inferiore a quello degli altri paesi. Noi partiamo da una base di spread molto più alta e da un volume di debito molto più alto. Dobbiamo spendere bene, vigilare sui conti e sul debito». E domani, aggiunge il capo del governo «il governatore della Banca d'Italia annuncerà dei numeri davvero molto buoni sulla crescita del debito pubblico». 

Draghi è tornato anche sul superbonus edilizio: la misura è al centro del dibattito dopo le numerose frodi individuate dalle forze dell’ordine. «Se siamo in questa situazione è perché si è costruito un sistema che prevedeva pochissimi controlli. E se il superbonus oggi rallenta è per i sequestri deliberati dalla magistratura per questioni fraudolente per 2,3 miliardi. Ma naturalmente le somme oggetto di indagine sono molto, molto più alte», ha detto il premier, spiegando che «l’edilizia funziona anche senza superbonus». 

Intanto, il governo ieri è stato battuto tre volte al Senato: un fatto inusuale, soprattutto se si tiene conto che sono state approvate ben tre modifiche su cui l’esecutivo di Mario Draghi non era d’accordo. Una di queste prevede che per viaggiare andata e ritorno per la Sardegna, la Sicilia e le isole minori si potranno prendere navi e aerei senza vaccino anti Covid, quindi anche solamente con un tampone negativo.

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