L’Italia del futuro

La crisi dell’auto fa paura ma Draghi benedice i cantieri

 

  • Il premier non presiede il vertice dei ministri a Palazzo Chigi sulla crisi dell’auto perché impegnato a Genova nella visita a un cantiere dell’alta velocità ferroviaria.
  • Se lo stato, per rispondere alla crisi climatica, fissa la data di divieto dei veicoli con motore a scoppio, le forze del mercato esprimeranno ancora la propria energia creativa o avremo la diserzione degli imprenditori?
  • A questioni di tale portata il governo risponde mettendo al centro del Pnrr la costruzione di nuove ferrovie, cioè la danza della pioggia. C’è di che essere preoccupati per il futuro che l'Italia sta apparecchiando per i suoi figli.

Mercoledì 9 febbraio c’è stato a palazzo Chigi un vertice sul futuro dell’industria dell’auto con i ministri dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e della Transizione ecologica. La transizione all’auto elettrica mette fuori mercato il cosiddetto automotive italiano, industria legata al motore a scoppio e quindi a componenti che tendono a sparire, a cominciare dal motore e dal cambio. C’è sotto una questione ancora più grossa: chi governa i tempi e i modi della transizi

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