La beneficenza di Giuseppe Conte si regge sulle spalle degli ex parlamentari del Movimento 5 stelle, e anche di quelli che non sono neanche più grillini. Lo dimostrano le rivelazioni del Corriere della sera, che venerdì ha riferito come tre parlamentari su quattro del Movimento non hanno ancora iniziato a restituire al partito i soldi previsti. Un dato che dimostra come i soldi che i Cinque stelle hanno generosamente donato a Natale per acquistare strumenti elettronici per scuole in difficoltà sono quelli accantonati dagli eletti della scorsa legislatura e non in quella in corso.

La vicenda prende il via a inizio dicembre, quando la Camera ha deciso all’unanimità di riformare le regole che normano i budget a disposizione per cancelleria e strumentazione elettronica. I due fondi vengono unificati, e così, a disposizione dei parlamentari ci sono 5.500 euro per acquistare gadget.

Il Movimento 5 stelle ha fatto diverse capriole sull’argomento: il leader Conte ha spiegato che i grillini non sono «riusciti a bloccare la determina di novembre», dichiarazione che non combacia con la posizione del questore Filippo Scerra, che nel post che aveva dedicato al tema non aveva fatto cenno a suoi tentativi di fermare la questione.

Nonostante la contraddizione, Conte ha fatto ammenda e ha annunciato pubblicamente di voler usare il bonus a favore degli «istituti che sono senza dotazioni tecnologiche». 

Le Iene hanno raccolto l’appello, coinvolgendo anche parlamentari di altri partiti, e individuando una scuola a cui destinare le attrezzature. Tanti hanno aderito e comprato tablet e pc in prima persona, e nel servizio che la trasmissione ha mandato in onda questa settimana effettivamente c’è anche un pacco inviato personalmente da Conte. 

La donazione di Natale

Dopo l’annuncio dell’ex premier, il 24 dicembre sul sito del Movimento è apparso un post firmato proprio da Conte in cui  annunciava che la donazione promessa con i soldi del bonus è stata addirittura quadruplicata.

Oltre a sbagliare l’importo (Conte parla di cinquemila euro, sarebbero 5.500 a parlamentare), l’ex premier ha ribadito l’intenzione di sovvenzionare scuole in difficoltà. «Il Movimento 5 stelle ha 50 deputati per cui l’importo complessivo stanziato per le rispettive dotazioni informatiche corrisponderebbe a circa 250 mila euro. Siamo nella condizione di quadruplicare questo importo e portarlo a un milione di euro. Abbiamo già questa somma, accantonata, come pure abbiamo la possibilità di utilizzarla subito per corrispondenti donazioni a favore di scuole che necessitino di attrezzature informatiche (pc e tablet)». 

Come tutte le proposte di donazione delle restituzioni, la questione è stata sottoposta agli iscritti, che il 28 dicembre hanno deciso a grande maggioranza di approvare la donazione. Su quasi 25mila votanti, solo duemila hanno votato “No”. 

Peccato che il milione di euro donato dal Movimento non proviene davvero dai bonus dei parlamentari attuali, che continueranno ad avere a disposizione il loro bonus. Il budget non è stato infatti assegnato in busta paga ma è stato corrisposto con un rimborso a piè di lista: il parlamentare presenta una fattura intestata al parlamento dopo aver acquistato il dispositivo a sue spese e si vede riaccreditato l’importo il mese successivo.

Di conseguenza, gli unici che possono davvero aver devoluto il proprio rimborso alle scuole in difficoltà sono quelli che hanno acquistato in prima persona l’attrezzatura, come Conte nell’ambito dell’iniziativa delle Iene.

La provenienza dei soldi

La donazione da un milione di euro, invece, proviene dal denaro messo da parte per le iniziative benefiche da parte del partito. Un’abitudine che il M5s ha portato avanti fin dalla sua nascita. In chiusura dell’ultima legislatura, i parlamentari restituivano mille euro al Movimento e 1.500 al fondo per la beneficenza. Già all’epoca, disattenzioni e ritardi non si contavano, finché Conte ha imposto l’obbligo di essere in pari con i versamenti per aspirare a incarichi interni.

Ma l’articolo pubblicato venerdì sul Corriere della Sera ha rivelato che deputati e senatori della nuova legislatura non sono stati altrettanto diligenti. Tre su quattro non avrebbero ancora compiuto neanche un versamento: tra gli altri, nemmeno Conte stesso o i suoi vice Alessandra Todde e Mario Turco. Di conseguenza, una gran parte del tesoretto donato proviene dalle tasche dei grillini del passato: «Sicuramente parte di quelle risorse sono state versate dai parlamentari della scorsa legislatura» conferma Emiliano Fenu, tesoriere del gruppo parlamentare della Camera. Alcuni ovviamente rieletti, come lo stesso Fenu.

Il ritardo nei versamenti sarebbe legata alle nuove regole che l’ex premier vorrebbe presentare al partito per i versamenti alla struttura, che sono in parte ostacolate dall’ala rigorista del Movimento. Quel che è certo è che nel milione regalato da Conte, di restituzioni dei nuovi parlamentari ce ne sono ben poche. Molte, invece, quelle degli eletti che non sono più in parlamento e, a volte, nemmeno fanno più parte del Movimento.

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