«Secondo il piano contrattuale, nel primo trimestre noi dovremmo ricevere 8,7 milioni di dosi prodotte da Pfizer e 1,3 milioni prodotte da Moderna. Totale, dieci milioni di dosi, corrispondenti a cinque milioni di persone vaccinate, visto che con un richiamo servono due dosi a persona. Se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca, entro il primo trimestre si aggiungeranno altre sedici milioni di dosi, che corrispondono ad altre otto milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi già dal primo aprile potremmo avere tredici milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la fase uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico». È quanto sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza in un colloquio con La Stampa.

C'è poi un vantaggio in più, che il ministro tiene a sottolineare: con AstraZeneca l'Italia gioca in casa. «Il vettore virale è prodotto a Pomezia, nell'impianto Irbm, l'infialamento avviene ad Anagni, e la conservazione delle dosi non ha bisogno di temperature a 75 gradi sotto zero. Vuol dire che per noi, sfruttando Pratica di Mare come hub, sarà tutto più semplice: produzione, distribuzione, conservazione».

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