Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, della Lega, risponde a Domani che dei piani del governo non sa ancora nulla: «È chiaro che dopo aver letto la vostra notizia contatterò il prefetto». Questo giornale ha riportato in esclusiva dove e come il governo ha intenzione di costruire i nuovi Centri di permanenza e rimpatrio, dove i migranti potranno essere reclusi fino a 180 giorni, così come previsto dal decreto emanato a settembre.

Se ne dovrà occupare direttamente il ministero della Difesa, e nove sono i comuni che sono stati individuati per i progetti di fattibilità: Bolzano, Diano Castello, provincia di Imperia, Albenga, nel savonese, Aulla, provincia di Massa Carrara, Falconara Marittima, nelle Marche, Catanzaro, in Calabria, Castel Volturno, in Campania, Brindisi, in Puglia. E anche Ferrara, nell'area dell'ex aeroporto militare.

Nessun contatto con il comune

Mentre l’esecutivo sta vagliando se il posizionamento sarebbe adeguato, guardando alla vicinanza con i centri abitati e gli spazi, il primo cittadino del partito di Matteo Salvini, in passato anche candidato presidente in Emilia-Romagna, riferisce di non essere mai stato contattato: «Al momento – risponde a Domani – non mi è arrivata nessuna informazione ufficiale».

Il sindaco in passato era tra quelli più attivi sulla campagna per fermare «le invasioni», come dimostrano le foto con cartelloni insieme a Salvini. Fino a marzo scorso litigava con l'arcivescovo di Ferrara, monsignor Gian Carlo Perego, presidente di Migrantes (la commissione della Cei per le migrazioni). In discussione c’era l’ipotesi di chiedere aiuto ai migranti nella gestione di appezzamenti di terra della Fondazione Navarra, per trasformarla in una «porta sul mondo». Per il primo cittadino era «una inopportuna presa di posizione politica, in un contesto che non era certo politico e da parte di chi non dovrebbe fare politica, ma prendersi cura delle anime», aveva scritto in un comunicato.

Adesso non risponde quando gli si chiede se il suo comune sarebbe d’accordo con il Cpr: «Io rispondo solo quando ci saranno domande certe da chi è competente». E spiega: «Potrei commentare qualsiasi cosa, quando avrò informazioni ufficiali commenteremo».

Però aggiunge: «Io credo che in ogni situazione di questo tipo debba essere coinvolto l’ente locale», e anche se il sindaco non si sbilancia, risponde ancora: «Noi non abbiamo mai dato disponibilità». Perciò «quando sarò informato vedremo il da farsi».

A Ferrara finora gli arrivi di migranti non sono aumentati: «Non abbiamo avuto alcun tipo di emergenza». Adesso, conclude, «dovrebbero essere i ministeri a contattarci, ma chiederò informazioni al prefetto», Massimo Marchesiello, nominato lo scorso 2 ottobre. Fabbri resta in guardia: «Ogni segnalazione deve essere verificata».

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