Il presidente del consiglio Giuseppe Conte è tornato per la terza volta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per confrontarsi sullo scenario politico. I numeri emersi dal voto a Montecitorio e Palazzo Madama consegnano al governo una maggioranza, anche se solo alla Camera risulta assoluta, mentre al Senato l'equilibrio è rimasto precario, con un partito, Italia viva, che si è tirato fuori dalla coalizione, senza essere sostituito da un altro gruppo.

C’è una maggioranza?

L'esecutivo ha ottenuto la fiducia ma è venuta meno la maggioranza basata su un chiaro accordo di forze, i numeri inoltre hanno certificato che al Senato non c’è nemmeno una maggioranza assoluta.

Il premier dovrà quindi indicare se, come e in quali tempi – i più rapidi possibili ovviamente - intende proseguire nella sua azione di governo dopo il voto parlamentare alla Camera e al Senato. Ci vorranno comunque dei giorni.

In particolare Mattarella attende di capire se esiste la possibilità di un nuovo patto che permetta all'esecutivo di contare su una maggioranza solida e in che misura questo comporti dei cambiamenti all'interno della compagine di governo.

Il voto?

Prematuro per ora parlare di scenari che potrebbero aprirsi qualora l'equilibrio emerso dal voto delle Camere dovesse invece degenerare e portare a una crisi di governo con le dimissioni di Conte. In questa incertezza sta cercando di farsi spazio la coalizione di centrodestra. Se il premier non riuscisse a trovare una maggioranza, per Salvini non è escluso che Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega potrebbero costituire una maggioranza alternativa. Non a caso negli scorsi giorni il centro destra sta cercando di portare avanti una campagna acquisti tra i parlamentari del Movimento 5 stelle.

Il presidente della Repubblica avrà il compito di decidere se dopo un eventuale fallimento di Conte si potrà tentare un’altra maggioranza, un’ipotesi di governo tecnico o lo scioglimento delle Camere e lo sbocco elettorale.

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