Tutti tengono famiglia. E quando si entra nelle stanze del potere, in Italia - si sa - non è poi così complicato trovare un posto (e uno stipendio) per amici e parenti. Anche per i più duri e puri, di spirito e ideologia. Come Marcello De Angelis, ex estremista di destra, fondatore di Terza Posizione insieme a Roberto Fiore, condannato a 5 anni per banda armata, già parlamentare di An, in passato in ottimi rapporti con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e oggi responsabile della comunicazione istituzionale del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

Nei giorni che precedono l’anniversario della strage neofascista di Bologna, dove il 2 agosto 1980 una bomba uccise 85 persone, e le polemiche per un suo post in cui negava la verità storica e processuale sulle responsabilità dell’eccidio, la Regione Lazio guidata da Francesco Rocca ha trovato un posto in Regione per il fratello della compagna di De Angelis, Edoardo Di Rocco. «Su proposta del capo struttura», spiegano dal Palazzo della Regione (quindi dello stesso De Angelis) Di Rocco sarebbe stato assunto all’interno dello staff comunicazione: «Si occuperà di rapporti istituzionali».

Il suo nome ancora non compare sul sito dell’ente, ma l’assunzione - un posto da impiegato legato al mandato del presidente Rocca, senza bisogno di concorso pubblico dunque - viene data per fatta.

Dalla Regione fanno sapere che l’ex presidente della Croce Rossa Internazionale non sarebbe stato informato della decisione presa dal suo responsabile comunicazione (a 110mila euro di stipendio annuo), e che «per questo tipo di posti ogni capo struttura assume i suoi uomini di fiducia». Ed è difficile trovare qualcuno più degno di fiducia di un parente stretto.

Ma chi è Di Rocco? Quasi 35 anni, studi alla Sapienza in Ingegneria, si presenta come esperto nel settore vendita di servizi finanziari e no. Tra le sue esperienze professionali - si legge sul suo profilo LinkedIn - appaiono consulenze in società che elargiscono prestiti e per palestre. Sugli altri profili social, invece, appare spesso insieme a De Angelis e la compagna.

Una settimana nera

Il fondatore di Terza Posizione rischia di finire nuovamente nella bufera, dopo le polemiche successive al suo post su Facebook sulla strage di Bologna. De Angelis aveva scritto «di sapere per certo che con la strage di Bologna Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (i tre membri dei Nar condannati in via definitiva come responsabili della strage, ndr) non c’entrano nulla. Non è un’opinione, io lo so con assoluta certezza».

De Angelis non è però entrato nei particolari dell’estraneità dei tre neofascisti dalla strage. Le sue frasi tra l’altro si contraddicevano con le dichiarazioni rilasciate da lui stesso ai magistrati che indagavano sulla strage dell’Italicus all’inizio degli anni ‘90, a cui aveva affermato che per sua «scienza diretta» della strage di Bologna «non sapeva nulla».

Trent’anni dopo, evidentemente, qualcosa è cambiato. Dopo le polemiche però, non raddoppia ma lascia. Con una marcia indietro, sempre sui social network: «Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero», aveva postato.

La sua uscita cozzava non solo con le dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il 2 agosto ha ricordato le responsabilità dei neofascisti a Bologna. Ma anche con quelle del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha ricordato le responsabilità nere e la necessità di rispettare le sentenze. Proprio contro le parole della seconda carica dello Stato, affermano i maligni, sarebbe stata l’uscita di De Angelis, che ha messo in imbarazzo la premier Meloni - che su parentopoli assortite può dire poco o nulla, avendo inserito nel suo cerchio magico la sorella Arianna e il cognato Francesco Lollobrigida, affidandogli incarichi politici - e diviso i partiti della maggioranza.

Non è la prima volta che i rapporti tra gli ex Nar responsabili della strage di Bologna ed esponenti di primo piano di Fratelli d’Italia creano polemiche. Come quelli tra la presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo e Luigi Ciavardini: negli scorsi mesi Report, la trasmissione di Rai3, aveva mostrato la foto della deputata meloniana insieme all’estremista nero, prima che sparisse dai social.

Foto che suscitò lo sdegno delle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi. Chiesero un passo indietro della Colosimo. Che alla fine rimase al sul posto. Proprio come De Angelis, che nonostante le sue uscite sulla strage di Bologna, rimane al suo. Libero di piazzare i parenti in Regione.

 

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