La piattaforma Rousseau e il Movimento 5 stelle sono riusciti a festeggiare solo le nozze di legno, è durato cinque anni il sodalizio tra l’associazione guidata da Davide Casaleggio e i grillini, adesso le loro strade si separeranno, sabato infatti l’Associazione Rousseau ha consegnato al Movimento 5 stelle i dati degli iscritti, l’annuncio lo ha dato l’avvocato e leader in pectore Giuseppe Conte: «Il tempo dell’attesa e dei rinvii è finito, il Movimento 5 Stelle entra, forte delle sue radici, in una nuova storia. Giugno segna l’inizio del nostro ‘secondo tempo’. Dopo tanti anni di collaborazione era giusto che tutto si concludesse con un accordo». Il giorno dopo, il reggente Vito Crimi ha annunciato che arriverà la «nuova casa» del Movimento.

Il confronto, ha ricordato Conte, è stato lungo, «ma sono contento di poter dire che ogni parola, ogni telefonata e discussione avuta in queste settimane è una pietra che poggiamo alla base del nuovo progetto politico». Nei prossimi giorni il progetto politico «sarà rivelato e discusso: gli iscritti con il loro entusiasmo e con le loro decisioni saranno il motore principale che ci guiderà in questa avventura».

La “rifondazione”

La “rifondazione” del Movimento stabilita all’incontro all’Hotel Fortuna dello scorso febbraio, dopo vari rinvii sarebbe dovuta partire ai primi di maggio. Ma mancava la lista degli iscritti, conservata nei server dell'associazione guidata da Davide Casaleggio.

Il 23 aprile, sul Blog delle Stelle è comparso un post: «L’Associazione Rousseau cambia strada. La scelta è dolorosa, ma inevitabile». Per 15 mesi «abbiamo sollecitato costantemente la risoluzione delle criticità» ovvero che il Movimento 5 stelle pagasse 450 mila euro arretrati per i servizi erogati: «Per otto lunghi mesi abbiamo richiesto più volte di condividere un progetto comune con responsabilità e perimetri ben definiti dei ruoli reciproci e abbiamo proposto concretamente un accordo di partnership per rafforzare e chiarire il legame tra Rousseau e il Movimento così come indicato dagli iscritti attraverso il voto». Ma, proseguiva, «stare insieme deve essere una scelta reciproca e deve presupporre rispetto e assunzione di responsabilità da ambo le parti. E questo, purtroppo, non si è verificato».

Il giorno dopo è intervenuto Conte, che ha chiarito che non si sarebbe più proseguito insieme: «Le strade si sono divise e questo mi dispiace. Auspicavo si potesse andare avanti insieme, ma nel segno della massima trasparenza e con una più chiara e netta distinzione di ruoli». Questo, sottolinea, «era il vero tema in gioco, e nessuno può far finta di ridurlo a una mera partita contabile». Infatti, secondo Conte e molti attivisti, con la scusa della gestione dei voti, Casaleggio ha di fatto continuato a esercitare il suo potere sugli iscritti e sulla linea politica.

Il capo politico reggente, Vito Crimi, il 13 maggio ha deciso di diffidare Rousseau «ad astenersi da qualsiasi trattamento dei dati degli iscritti, che non sia finalizzato alla consegna dei medesimi dati al Movimento entro 5 giorni». L'anticipazione è stata pubblicata dal “Fatto quotidiano”, nella sua versione online. Allo stesso tempo, l'ex vice ministro dell'Interno ha spedito la diffida anche al Garante della Privacy, specificando che «qualsiasi diversa attività di trattamento lo espone alle conseguenze previste dalla legge per i trattamenti illegittimi dei dati». Una mossa anticipata dall’ex presidente del consiglio Conte regista della separazione. Già prima di aprile, il rapporto era teso, tanto che l’Associazione Rousseau aveva cominciato a prepararsi una strada per il dopo separazione, aprendo ad altri partiti.

La storia

Eppure fino a qualche mese fa il sodalizio sembrava indissolubile, e ha segnato i momenti più importanti del Movimento 5 stelle, fino alla partecipazione al governo Draghi. Tutto era partito dal blog di Beppe Grillo nel 2012, quando vennero messi ai voti online i portavoce da presentare alle elezioni politiche del febbraio 2013. Nello stesso anno, gli iscritti al Blog vennero consultati per il nome del futuro presidente della Repubblica: prima Milena Gabanelli, secondo Gino Strada e terzo Stefano Rodotà. I primi due rinunceranno, Rodotà dirà di sì, ma verrà rieletto Giorgio Napolitano.

Nel 2015 si arrivò all'adozione di un Sistema Operativo, una prima versione di Rousseau. Nel 2016 Gianroberto Casaleggio e il figlio Davide diedero vita alla piattaforma Rousseau.

Con quella sul governo Draghi, riporta Ansa, sono state raggiunte 335 consultazioni (6.913.886 di preferenze espresse), ma la prima risale al 5 luglio 2016: sono state scelte due fra 129 proposte di legge che i “portavoce” avrebbero dovuto portare avanti in Parlamento e riguardavano il vincolo di mandato e la lotta alla prostituzione clandestina.

La prima volta che la piattaforma venne incaricata di decidere le sorti del governo fu quando venne sancita l’alleanza con la Lega nella forma del contratto. Messo ai voti, il 18 maggio 2018 venne approvato con il 94 per cento dei consensi il “Contratto per il governo del cambiamento”. A febbraio 2019 la consultazione servì invece a ratificare i capilista scelti da Di Maio per le circoscrizioni per le Europee, nonchè per stabilire la linea stellata sul caso Diciotti: in 52mila votano contro l'autorizzazione a procedere per Matteo Salvini, il quesito era: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?” la risposta è stata: “Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere”.

Debiti e privacy

In rete dal 12 aprile 2016, Rousseau è sostenuto anche da una raccolta fondi che in un anno frutta un milione di euro, anche se sono sempre meno le donazioni che arrivano dai parlamentari, che per “contratto” dovrebbero devolvere parte delle loro indennità, una situazione che ha portato al debito che adesso volenti o nolenti dovranno onorare in qualche modo: «I debiti  – ha detto ancora Conte – non si discutono, si onorano: avevo dato la mia parola, ho fatto seguire i fatti. Mi sono direttamente confrontato con Davide Casaleggio e abbiamo trovato una soluzione, che consentisse la partenza di questa nuova fase, mettendo fine alle varie pendenze e onorando i pagamenti. Le strade si dividono ma con pieno rispetto da parte nostra. Casaleggio è un nome che evocherà sempre la storia del Movimento e chi non rispetta la propria storia non rispetta se stesso». 

Si è trattato fino all’ultimo. Il primo giugno infatti è arrivata la pronuncia del garante della privacy con l’ultimatum a Casaleggio. Il titolo del comunicato è inequivocabile: «L’Associazione Rousseau consegni i dati al Movimento». Ed esattamente «entro 5 giorni».

L’addio di Casaleggio junior

L’addio di Casaleggio junior è arrivato al giorno 5: «Abbiamo costruito un modello di cittadinanza attiva che oggi è considerato tra i migliori 5 al mondo e ne sono profondamente orgoglioso. Il percorso della partecipazione dal basso continuerà lungo la strada che abbiamo tracciato mantenendo l’integrità, la coerenza e la solidità morale che abbiamo sempre coltivato, nei mille modi in cui sarà possibile». Un addio in rete e nella vita: «Con dolore, al completamento del passaggio dei dati, mi disiscriverò dal Movimento 5 Stelle come tanti hanno deciso di fare negli ultimi mesi». Questo conclude «non è più il MoVimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre».

Una casa quasi pronta

Migrare i dati non è un’operazione facile, così domenica il reggente uscente Vito Crimi  (il suo attuale ruolo è un altro dei punti discussi della situazione del Movimento) ha fatto sapere ufficialmente che i lavori sono in corso: «Nelle scorse settimane ci eravamo già portati avanti con il lavoro, in vista di questo momento, e dunque la nuova casa degli iscritti è quasi pronta».

Si tratta di un trasloco, ha proseguito: «ricorro alla metafora di un trasloco perché di questo si tratta: trasferimento da una casa ad un'altra, ma la famiglia rimane la stessa con le sue radici e le sfide da affrontare per il futuro».

Si preparano intanto le nuove votazioni, che includeranno anche quella per il nuovo ruolo di Conte: «Per quanto riguarda la prossima votazione in rete, invece, ci avvarremo del supporto di una società esterna, specializzata in questo campo» e queste operazioni «si svolgeranno in parallelo, pertanto i tempi di attivazione saranno indipendenti rispetto alla predisposizione della nuova casa degli iscritti». Resta il preavviso di convocazione di almeno 15 giorni rispetto alla data della votazione.

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