Tappe numerosissime in tutto il paese per i maggiorenti dei partiti in viaggio per chiudere le campagne elettorali dei propri candidati: dai ricordi dei traguardi raggiunti di Giuseppe Conte alle promesse del centrodestra apparentemente riappacificato, passando per la sinistra che si stringe intorno a Roberto Gualtieri.

Salvini e Meloni

A iniziare le danze degli eventi di chiusura della campagna elettorale delle elezioni amministrative è stato il centrodestra, che ha chiuso in mattinata la campagna elettorale di Enrico Michetti a Roma in un quartiere periferico come Spinaceto, nella periferia sud della capitale. L’immagine che resterà è quella dell’abbraccio tra i leader di Lega e Fratelli d’Italia Matteo Salvini e Giorgia Meloni a favore di telecamera, tanto intenso da sollevare Meloni da terra: serve per riappianare, almeno in foto, le distanze tra i due, che giovedì non hanno potuto chiudere insieme la campagna milanese di Luca Bernardo a causa del ritardo negli spostamenti di Meloni.

Anche nelle dichiarazioni, i leader hanno smentito ogni sospetto di divisione interna: «Se Michetti è una macchietta, quanto macchiette sono quei 840 sindaci di sinistra che hanno chiesto la loro consulenza? Ci sono sondaggi interessati, poi la sinistra ha strumentalizzato su presunte nostre divisioni, ma noi siamo compatti, abbiamo una visione comune, non siamo come la sinistra che sta insieme per le poltrone», ha detto Meloni. 

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La mossa di Salvini invece è stata quella di identificare Movimento 5 stelle e Pd come blocco unico, attribuendo la responsabilità del disastro sui rifiuti al presidente di Regione Nicola Zingaretti e alla sindaca uscente Virginia Raggi: «Mi rifiuto di pensare ad altri cinque anni di Pd e M5s. Li nomino insieme perché già hanno fatto l’accordo sottobanco. Io sono convinto che il voto sarà una sorpresa eccezionale, e mentre qualcuno sbricia dal buco della serratura la vita vera sarà quella di domenica e lunedì. Probabilmente non ce la faremo a chiuderla già al primo turno, ma ci arriviamo nettamente in vantaggio, e poi mi toglierò enormi soddisfazioni», ha detto Salvini.

La giornata dei due leader del centrodestra prosegue per Meloni ancora a Roma, con visite nei banchetti dei quartieri di Talenti e Boccea, e per Salvini in Calabria con un passaggio a Milano.

A Roma nel pomeriggio Carlo Calenda ha concluso la sua campagna elettorale a piazza del Popolo, lanciando la sfida: «Al ballottaggio andremo io e Gualtieri. Michetti non ci arriverà, ha fatto una campagna elettorale inesistente, un programma copiato. Me lo auguro perché sarebbe un bel ballottaggio».

Conte

Foto Claudio Furlan/LaPresse 28 Settembre 2021 Milano , Italia News Giuseppe Conte incontra i cittadini in piazza XXV Aprile presso il gazebo del Movimento 5 Stelle Nell foto: Giuseppe Conte Photo Claudio Furlan/LaPresse September 28, 2021 Milano , Italy News Giuseppe Conte meets the citizens in Piazza XXV Aprile at the gazebo of the Movimento 5 Stelle In the photo: Giuseppe Conte

Il concorrente di Michetti del centrosinistra chiuderà la campagna elettorale nel pomeriggio alla presenza del presidente di Regione ed ex segretario Nicola Zingaretti, mentre Raggi (per cui nel primo pomeriggio arriva l’endorsement, atteso, di Maurizio Costanzo) sarà accompagnata nella manifestazione di questa sera a Bocca della Verità da Giuseppe Conte, Beppe Grillo e Luigi Di Maio. Nel pomeriggio, parlando all’AdnKronos, il presidente dell’assemblea capitolina ex M5s ora in Forza Italia Marcello De Vito profetizza alla sindaca uscente che «non andrà al ballottaggio, per questo invito i molti elettori del Movimento 5 stelle indecisi a non sprecare il proprio voto e a sostenere il centrodestra».

Il presidente del Movimento Conte ha passato la prima parte della giornata in Calabria, nel pomeriggio ha chiuso la campagna di Gaetano Manfredi in piazza Dante a Napoli. L’ex presidente del Consiglio ha puntato sulla rievocazione delle conquiste portate a casa nel periodo passato a palazzo Chigi. È tornato su cavalli di battaglia del M5s come il taglio dei parlamentari, il reddito di cittadinanza e il salario minimo.

«Tanti hanno sperato che il M5S si frantumasse, volevano dividersi i resti del M5s, quando i valori non sono negoziabili non c'è nulla che ci possa fermare», ha detto, aprendo poi anche all’ampliamento dell’alleanza col Pd: «Dopo le elezioni parleremo. C'è un lavoro, un dialogo con il Pd, in particolare con le forze progressiste. Sicuramente dobbiamo lavorare a questa traiettoria politica, però tempo al tempo».

In mattinata aveva esortato i leader degli altri partiti a introdurre in Costituzione lo strumento della «sfiducia costruttiva per rendere più forte l’Italia anche in Europa» e auspicato che il presidente del Consiglio Mario Draghi rimanga al suo posto fino a fine legislatura. «Dare una scadenza a questa esperienza sarebbe irresponsabile e contrario all'interesse nazionale. Questo governo è nato per superare la pandemia, l'emergenza, e per realizzare il Recovery Plan. Auspico dunque arrivi a scadenza naturale, non mi permetterei mai tirare per la giacchetta Mario Draghi dicendo “spostiamolo al Quirinale” per un mio interesse personale, per un mio tornaconto», ha detto.

L’ex presidente del Consiglio ha assicurato anche che il suo vecchio lavoro «non mi manca affatto. Sono onorato di averlo svolto, ho imparato tantissimo, ma ora trovo molto entusiasmante questa esperienza, vivere le persone in piazza come sto facendo». Conte ha poi escluso che il M5s possa tornare ad allearsi con la Lega: sul caso di Mimmo Lucano non si è sbilanciato e ha raccomandato di «evitare i processi mediatici o di colpevolizzazione o anche di assoluzione senza conoscere le carte» pur riconoscendo che il sindaco gli suscita «tanta simpatia».

Letta

Mentre il suo candidato chiuderà la campagna a Roma, il segretario del Pd Enrico Letta conclude la corsa per il collegio di Siena nella città toscana e non risparmia attacchi alla destra per le notizie filtrate sul gruppo di Fratelli d’Italia a Milano: «L’autosospensione di Carlo Fidanza non è sufficiente. La richiesta a Fanpage di ore di girato non basta, c’è bisogno di molto di più», ha detto.

Il segretario è anche fiducioso che al secondo turno ci sia una convergenza con gli alleati Cinque stelle: «Prima del primo turno, tutti dicono di votare per il proprio candidato. Io sono convinto, fortemente convinto che al secondo turno ci saranno convergenze sostanziali, non credo formali perché con questo sistema elettorale sono superate», ha detto durante un’intervista televisiva.

Alla conclusione della campagna di Gualtieri, il presidente del Lazio Zingaretti ha attaccato l’amministrazione uscente: «Il voto è giudizio, e chi ha governato male non merita di governare. Rialziamoci: il destino di Roma non è il declino. Abbiamo il grande Giubileo del 2025, e la candidatura del 2030 all'Expo. È scontato che i soldi che arriveranno daranno benefici alla città? No, non è scontato, occorre lavorarci bene».

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