L’iter del decreto Milleproroghe sta terminando così come era iniziato, tra cambiamenti continui e ripensamenti last minute. Mentre il centrodestra brinda alla vittoria delle Regionali, celebrando la propria unità, in parlamento deve subito tornare alla realtà, fatta di divisioni interne e interventi legislativi al limite dell’approssimativo. E intanto il dossier del decreto Carburanti alla Camera diventa sempre più incandescente con ulteriori slittamenti.

La prima certezza è che al Senato è stata eliminata, nelle battute finali, la norma salva diritti televisivi per il calcio, che prevedeva un prolungamento di due anni dei contratti in vigore. L’emendamento, fortemente voluto da Claudio Lotito nella doppia veste di senatore di Forza Italia e presidente della Lazio, ha attirato l’attenzione del Quirinale, che in via informale ha mosso dei rilievi. La maggioranza ha avuto la tentazione di resistere, lasciando il testo nella versione licenziata dalle commissioni affari costituzionali e bilancio di Palazzo Madama.

Diritti tv stralciati

LaPresse

Alla fine ha prevalso la moral suasion esercitata dal Colle ed è stato depositato l’emendamento soppressivo della proposta di Lotito, che non l’ha presa bene. «Ci dovranno spiegare il motivo. Io non sono d’accordo visto che avevo presentato l’emendamento per attuarla», ha detto. Altri parlamentari di Fi, e non solo, sono d’accordo con il numero uno del club biancoceleste. E a conferma che l’intervento fosse espressamente richiesto dal mondo del calcio, è arrivata la presa di posizione di Lorenzo Casini, presidente della Lega serie A: «Siamo sorpresi da questo cambio di direzione, è una misura che non ha oneri per la finanza pubblica».

Il Milleproroghe ha recepito sul gong pure l’emendamento sullo smartworking per i lavoratori fragili, che sembrava dovesse essere respinto. Per il provvedimento, andato avanti a fatica, non è prevista l’apposizione della questione di fiducia. Dopo la discussione generale, saranno votati gli emendamenti per arrivare nella serata di mercoledì all’approvazione, che passerà quindi a Montecitorio.
Proprio alla Camera la tensione nella maggioranza non è diminuita nemmeno con la vittoria alle Regionali.

Caos carburanti

Sul decreto Carburanti non c’è stato accordo: nella mattinata di martedì è stato deciso l’ennesimo rinvio delle votazioni in commissione Attività produttive. Secondo il calendario, gli emendamenti dovrebbero essere esaminati da mercoledì pomeriggio, ma non è escluso un ulteriore slittamento. Fratelli d’Italia non è intenzionata ad arretrare sulla norma che prevede l’esposizione dei cartelli con i prezzi medi davanti alle pompe di benzina. Forza Italia, sostenuta dalla Lega, propone invece di limitarsi a porre all’esterno un qr code che possa rimandare al sito dell’osservatorio.

Da giorni si sta lavorando al tentativo di raggiungere una sintesi, ma ogni mediazione è naufragata. Tanto che, nella situazione attuale, si dovranno mettere al voto degli emendamenti, rendendo palese la frattura nella maggioranza.

Meloni si è esposta

Italy's Prime Minister Giorgia Meloni arrives to address a media conference at the European Council building in Brussels, Friday, Feb. 10, 2023. (AP Photo/Olivier Matthys) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain

«Non possono fare passi indietro perché la presidente Meloni stessa si è esposta a riguardo», dice la deputata del Movimento 5 stelle, Chiara Appendino, che sottolinea: «Sono in totale disaccordo al loro interno e anche Forza Italia ha presentato emendamenti per eliminare questa proposta, come ovviamente ha fatto il Movimento 5 stelle». Insomma, «sono settimane che la maggioranza litiga attorno a questo decreto. Farebbero bene a ritirarlo», conclude Appendino. L’altro punto che sta generando nervosismi nel centrodestra è relativo alle multe da comminare a chi non rispetta le prescrizioni. Da alcune fonti si apprende che ai benzinai non sono stati comunicati i prezzi medi da mostrare al pubblico. Ciononostante sono passibili di sanzioni per la mancata esposizione dei cartelli, dato che il decreto è in vigore. In questo modo viene evidenziata la possibilità di contenziosi futuri.

Decreto Pnrr

Nel catalogo dei ripensamenti, potrebbe rientrare anche la norma del ripescaggio dei pensionati ai vertici della Pubblica amministrazione, quella che concede la possibilità di affidare consulenze ai dirigenti in quiescenza. La misura era tra gli emendamenti del Milleproroghe, salvo poi essere cancellata. Ora circola l’ipotesi di inserimento nel decreto Pnrr, esaminato nel pre-consiglio dei ministri. Nella bozza di questo provvedimento è poi presente il siluramento delle Soprintendenze per archeologia, belle arti e paesaggio, che di fatto per i progetti del Piano saranno rimpiazzate dalla Soprintendenza speciale, venendo relegate solo a un ruolo di consulto in fase istruttoria.

© Riproduzione riservata