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La carica arriva dal governatore friulano Massimiliano Fedriga, che lamenta poche risorse pro capite per la sua regione rispetto ad altre che hanno ottenuto ben più fondi.
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Anche Zaia ha chiesto un “salvadanaio” con il denaro avanzato, così che altri enti lo possano spendere. Per ottenere una concessione del genere, Fitto dovrà superare se stesso nell’arte della diplomazia e comunque l’ipotesi è tutt’altro che probabile.
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La vera stoccata al governo, però, ha il sapore della critica politica su cui si fonda il dualismo tra Lega e Fratelli d’Italia. Fedriga, infatti, ha bocciato «l’impronta fortemente centrista» del Pnrr.
Come se non bastassero le pressioni della Commissione europea e dei colleghi ministri, Raffaele Fitto rischia l’assedio anche delle regioni. Al centro c’è sempre il Piano nazionale di ripresa e resilienza, i suoi miliardi che piacciono a tutti ma sono difficilissimi da spendere e soprattutto l’incognita dei progetti da cancellare per certificata irrealizzabilità. Fitto, a cui Giorgia Meloni ha consegnato le chiavi della macchina, continua a ripetere di essere al lavoro e che presto arriveran



