Gianluca Ferrara ha ritirato la sua candidatura per la presidenza della commissione Esteri del Senato. Il senatore Cinque stelle era stato pesantemente criticato per le sue posizioni controverse riguardo al conflitto ucraino. 

«Nel rispetto dei valori del M5s, che non brama a poltrone, e per il bene della mia forza politica, data la macchina del fango che si è messa in moto nei miei confronti, scelgo di non candidarmi a presidente della commissione Affari Esteri del Senato. Continuerò a svolgere il mio lavoro in commissione con correttezza e senso di responsabilità come ho fatto in questi anni» ha scritto Ferrara in una nota. 

La conferma del ritiro della sua candidatura, durata appena 24 ore, è arrivata dal presidente del Movimento Giuseppe Conte. «Non sarà Gianluca Ferrara il candidato dei Cinque stelle alla presidenza della commissione esteri del Senato» ha detto durante la registrazione della puntata in onda stasera di Piazza pulita. 

Le candidature

Sono arrivate alla dirigenza di partito nel frattempo anche le altre candidature di chi ambisce a diventare (o restare) membro della commissione. Tra i nomi pervenuti, quello della capogruppo Mariolina Castellone, del presidente deposto Vito Petrocelli, non ancora ufficialmente espulso dal Movimento. Candidati anche i membri uscenti Simona Nocerino, Gianluca Ferrara, Paola Taverna. Si sono presentati anche Primo Di Nicola, Gianluca Castaldi, Vito Crimi, Alessandra Maiorino e Ettore Licheri.

Dopo il ritiro della candidatura per la presidenza di Ferrara prende dunque quota il nome di Licheri, dato anche nei giorni scorsi come possibile candidato alla presidenza per la sua vicinanza a Giuseppe Conte. I membri più quotati per prendere il posto di Vito Petrocelli, deposto dopo la decisione della giunta per il regolamento, sono a questo punto Licheri e Simona Nocerino. 
Nocerino è considerata di area dimaiana. Ha un profilo meno problematico di Ferrara e una militanza più lunga in commissione Esteri di Licheri. L’ex capogruppo da esterno all’organo potrebbe avere problemi a imporsi come successe già al grillino Pietro Lorefice, paracadutato in commissione Agricoltura per diventare il nuovo presidente nel 2020 e sconfitto dal presidente leghista già in carica. 

Licheri rischia dunque il fuoco amico, ma fonti interne al Movimento ritengono plausibile che Conte, pur di insistere sul suo candidato d’area e non concedere l’incarico a Nocerino, sia disposto anche a perdere la presidenza della commissione. 

Il rischio di non avere il sostegno del suo gruppo potrebbe essere disinnescato con un rimescolamento dei membri: dei candidati commissari, infatti, la gran parte appartiene al blocco contiano dei parlamentari Cinque stelle. 

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