Il Senato ha votato la fiducia sulla manovra economica del governo Meloni. La manovra è passata con 109 voti a favore. Si è trattato dell’ultimo passaggio per approvare il fondamentale provvedimento che autorizza il governo a prelevare e spendere soldi per l’anno prossimo. La manovra è passata senza difficoltà, anche grazie all’uso della questione di fiducia (è la quarta volta che viene usata in dieci giorni).

Ma l’approvazione della manovra è stata tutto fuorché serena fino a questo momento. Ritardi, marce indietro e altre difficoltà hanno rischiato di far slittare l’approvazione della legge all’anno prossimo, il che avrebbe comportato il ritorno del cosiddetto “esercizio provvisorio” per la prima volta dagli anni Ottanta.

Il testo era stato approvato dalla Camera soltanto alla sera del 23 dicembre, ma conteneva comunque una serie di errori che imposto modifiche superficiali anche dopo l’approvazione (cosa che in teoria richiederebbe un nuovo passaggio alla Camera).

Il contenuto della manovra è rimasto simile all’impostazione voluta inizialmente dal governo: sconti fiscali ai lavoratori autonomi più ricchi e taglio di imposte alla classe media, accompagnato da un taglio dei sussidi ai più poveri. Anche se sono scomparse alcune misure molto simboliche, come tutte le norme per limitare l’obbligo di pagamento elettronico negli esercizi commerciali.

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