- Il Rosatellum aveva previsto che entro maggio 2018, quando lo Spid non era strumento comune, fossero definite le modalità per sperimentare le sottoscrizioni digitali. Ma il decreto attuativo non è mai stato emanato.
- Mancata anche la promessa di una piattaforma nazionale. Così chi vuole iniziare la raccolta firme per un referendum o una proposta di legge deve prevedere una spesa per decine di migliaia di euro.
- Marco Cappato chiede un decreto al governo e accusa il «muro di gomma della democrazia» e della «casta formata dai sacerdoti della presentazione delle liste, contrari alla riforma».
Le firme digitali non sono state ancora la rivoluzione annunciata e in parte sperata. A prevalere, ancora oggi, è la zavorra burocratica che sfrutta l’assenza di un reale sforzo politico. L’ultimo caso è relativo all’esclusione delle liste di Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni, che nelle Corti d’appello aveva depositato sottoscrizioni attraverso lo Spid, la password della pubblica amministrazione. La sua richiesta è stata respinta, avviando così la battaglia in punta di diritto: è



