- Dopo il G7 della Cornovaglia, anche in Italia gli anni d’oro dell’intesa tra Roma e Pechino sembrano archiviati.
- Dopo le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi, non è da escludere nemmeno una revisione del memorandum d’intesa sulla nuova via della Seta firmato nel 2019 tra Cina e Italia, unico grande paese occidentale ad aderire.
- Il grande promotore dell’iniziativa era il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier dell’epoca, Luigi Di Maio. Lo stesso Giuseppe Conte, dopo aver lasciato andare venerdì sera da solo Beppe Grillo all’incontro con l’ambasciatore cinese Li Jenghua, ha provato a porre rimedio al suo passo falso.
Dopo il G7 della Cornovaglia, anche in Italia gli anni d’oro dell’intesa tra Roma e Pechino sembrano archiviati. Dopo le parole del presidente del Consiglio Mario Draghi («lo esamineremo con attenzione»), non è da escludere nemmeno una revisione del memorandum d’intesa sulla nuova via della Seta firmato nel 2019 tra Cina e Italia, unico grande paese occidentale ad aderire. Il grande promotore dell’iniziativa era il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier dell’epoca, Luigi Di Maio (ch



