«Le radici profonde non gelano» ha scritto J. R. R. Tolkien, e nemmeno la passione coltivata a destra per lo scrittore di cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è prima ambasciatrice. Mentre cresce la tensione con i sindacati per lo sciopero, e la Commissione europea prevede che l’Italia sarà penultima nelle stime di crescita per l’Eurozona, la presidente del Consiglio si è recata alla mostra sullo scrittore fantasy Tolkien: Uomo, Professore, Autore, alla Galleria nazionale di arte moderna di Roma.

Il ministro Gennaro Sangiuliano, che ha promosso l’evento con il ministero della Cultura, aveva promesso la visita della presidente nel giorno dell’inaugurazione, 15 novembre, e così è stato. La premier non è arrivata da sola, con lei il sottosegretario fidatissimo Alfredo Mantovano e la sorella Arianna Meloni, capo della segreteria del partito.

Poco dopo si è aggiunto tra gli ologrammi sulla Terra di Mezzo, tra libri e film, il presidente del Senato Ignazio La Russa. Una visita “strettamente privata” partita alle cinque meno un quarto, prima dell’inaugurazione alle 17:30 e ben lontana dalla presentazione alla stampa a mezzogiorno. Ma tuttavia presa d’assalto da giornalisti e politici.

La delegazione di Fratelli d’Italia ha così potuto ammirare manoscritti autografi, immagini rare, opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di Tolkien, copie dei libri e delle varie edizioni della sua opera, vinili delle colonne sonore dei film o di musiche ispirate al Signore degli anelli.

E ancora abiti di scena, un video di Pino Insegno, che al cinema prestò la voce ad Aragorn proprio ne Il signore degli Anelli: anche lui era del gruppo visita. Poi un corridoio che ospita le testimonianze delle celebrità che hanno amato l'autore: da Barack Obama a Papa Francesco, da Paul McCartney a Ringo Star o Stephen King.

L’amore per Tolkien

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La passione della premier per Tolkien è più che nota. La presidente si è fatta fotografare anni fa con in mano “La compagnia dell’anello”, la prima parte de Il signore degli anelli. Si narra di sue presenze sul web da ragazza con il nome da «draghetta» Khy-ri, come lei stesso ha scritto sul suo profilo, nota «per le sue scorribande notturne in IRC sul canale Undernet #Italia. Romana, socialmente impegnata e con un bel caratterino» famosa «per la sua passione per la letteratura "fantasy" e per le sue scazzottate virtuali sulla "pubblica" del canale #Italia. Simpatica e affabile con gli amici, diretta e pungente con chi lo merita, una amica nel vero senso della parola... occhio però a non pestarle la coda».

Nella sua autobiografia Io sono Giorgia non mancano le citazioni di Tolkien e i ricordi commossi di quando si travestiva da hobbit. Una fissazione che condivide con tutto il suo entourage politico, visto che l’universo di Tolkien ha affascinato a partire dagli anni ‘70 il Movimento Sociale Italiano, il partito nato dalle ceneri del fascismo. Tolkien non ha più abbandonato tutte le evoluzioni della destra fino a Fratelli d’Italia. Prima di Meloni, si è recato in visita alla Gnam anche Federico Mollicone, responsabile cultura del partito.

Molti i momenti che Meloni ha intrecciato alla trama del Signore degli Anelli. In chiusura della campagna elettorale prima del voto del 25 settembre ha fatto scandire a Pino Insegno, oggi conduttore Rai dalle alterne fortune (ma comunque ben pagato), la frase tratta (e adattata) dal romanzo: «Figli Rohan, fratelli miei, popolo di Roma (non c’era nell’originale, ndr), verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo il giorno».

La sorella Arianna ha salutato la sua vittoria paragonando sé stessa e la premier ai due hobbit protagonisti del Signore degli Anelli Frodo e Sam: «Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia».

Dopo la visita alla mostra su Tolkien, i giornalisti hanno rovinato l’atmosfera, e le hanno chiesto di precettazione dello sciopero e Mes. Dalla Terra di Mezzo all’Italia.

Ma lei, alle risposte, ha voluto aggiungere: «La mostra su Tolkien è una bella pagina di cultura, una mostra molto bella e completa. Da persona che conosce abbastanza bene la materia ho visto molte cose che non conoscevo, una mostra molto viva che fa una ricostruzione molto bella non solo delle opere, che sono note, ma anche dell'uomo Tolkien». 

E quindi «ringrazio il ministro Sangiuliano». Che per lei ha fatto bene anche a mettere il figlio di La Russa, Geronimo, nel Cda del Teatro Piccolo di Milano. La scelta ha avuto molte critiche, ma Meloni hobbit nel cuore difende la compagnia dell’anello del potere: «Capisco che possa generare polemiche, però penso anche che le persone indipendentemente dal cognome che portano debbano avere delle possibilità».

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