- Storicamente l’elezione del presidente della Repubblica è guidata da una logica politica nazionale. Tuttavia questa volta i delegati regionali che completano le camere in seduta comune potrebbero essere determinanti.
- Dopo la pandemia, i presidenti delle regioni sono diventati politici di rilievo nazionale e a Montecitorio saranno presenti i due competitor dei segretari di Lega e Pd, il veneto Zaia e l’emiliano Bonaccini.
- La loro posizione peserà nella dinamica dei gruppi, che si confronteranno in vista del voto segreto. Il peso delle regioni ha un precedente storico: nel bis di Napolitano, il presidente spiegò che a fargli accettare la rielezione furono le spinte quasi unanimi dei rappresentanti dei territori.
L’elezione del presidente della Repubblica è storicamente guidata da criteri politici nazionali. Nel febbraio 2022, invece, i delegati regionali potrebbero giocare un ruolo autonomo e soprattutto determinante, nel segreto delle riunioni che decideranno il nome del prossimo capo dello Stato. Una sorta di partito occulto dentro i loro partiti, con un peso rilevante nelle scelte in particolare nelle due forze che esprimono più delegati regionali: la Lega e il Partito democratico. Questa rottura


