Il candidato segretario del Partito democratico Stefano Bonaccini ha ricevuto il definitivo bacio dei renziani del Pd: giovedì pomeriggio ha partecipato a un evento al “Ciocco Resort & Spa”, nello specifico all’Auditorium dell’Hotel Renaissance Tuscany in via Giovanni Pascoli, una struttura della famiglia di Andrea Marcucci in provincia di Lucca.

L’ex senatore del Pd e renziano Marcucci presente in sala ha preso parte all’incontro pubblico «sempre con cittadini, iscritti, amministratori locali», come recita l’agenda ufficiale del presidente dell’Emilia Romagna pronto alla scalata. Tra i convenuti di maggior rilievo Eugenio Giani, il presidente della Toscana, e l’immancabile Andrea Rossi braccio destro di Bonaccini di stirpe renziana.

Chi è Andrea Rossi

Il deputato eletto in Emilia Romagna, definito dal Corriere “l’uomo macchina” di Bonaccini e “l’architetto” della vittoria alle regionali del 2018 non ha perso nemmeno una delle quattro tappe toscane. Oltre a Castelvecchio Pascoli, Bonaccini è stato al Porto di Livorno, al Palazzo Portuale sempre Livorno, e a Carrara nella sala del Comune.

In passato Rossi si era fatto notare per aver definito Renzi «il nostro Higuain». Nel 2017 era stato chiamato da Renzi a far parte della segreteria come responsabile dell'organizzazione del Pd, un ruolo ottenuto dopo la sua gavetta da braccio destro del governatore Stefano Bonaccini nel ruolo di sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia Romagna.

Prima di essere chiamato al ruolo presso la segreteria aveva spiegato all’Huffington Post che anche se la rottamazione non era andata come previsto, «con tutti i suoi difetti, Renzi è un bomber che il Pd non può permettersi di lasciare in panchina».

La solitudine di Marcucci

Dario Nardella, il sindaco di Firenze coordinatore della campagna di Bonaccini questo pomeriggio non c’era, era sul volo di ritorno da Istanbul dopo aver portato al sua solidarietà al sindaco Ekrem İmamoğlu condannato dal regime di Erdogan. Ma sarebbe proprio Nardella il nome che avrebbe cementato ancora una volta l’unione con Marcucci. L’ex senatore aveva infatti già dichiarato di appoggiare la corsa del sindaco di Firenze ancora più di quella di Bonaccini, per traslato è nato l’appoggio.

Adesso che si è deciso, non è chiaro quanto pesi. Chi conosce Marcucci spiega che era rimasto isolato già da quando Enrico Letta lo aveva spodestato da capogruppo per dare il suo posto a Simona Malpezzi, ma in Garfagnana ha ancora qualche numero, anche questo vicino a Matteo Renzi.

Alla tappa in provincia di Lucca erano presenti trecento militanti tra politici e iscritti. Caterina Campani sindaca di Barga, Andrea Tagliasacchi, sindaco di Castelnuovo Garfagnana con cui Marcucci ha presentato la sua autobiografia, Luca Menesini, sindaco di Capannori e presidente della provincia di Lucca, e Patrizio Andreuccetti, sindaco di Borgo a Mozzano, entrambi sostenitori di Renzi alle primarie del 2017. 

Proprio a Castelvecchio Pascoli, Bonaccini ha chiesto al Terzo polo del tandem Renzi-Calenda di costruire una strada comune: «Se vogliamo che la destra perda qualche elezione, Pd, Cinquestelle e Terzo polo dovranno iniziare a parlarsi». E «non temo l'estinzione del Pd, anzi voglio dare al Pd una possibilità di rigenerarsi, anche se sono consapevole che sarà una camminata nel deserto - ha aggiunto Bonaccini -. Intanto vorrei che il Pd recuperasse un rapporto con i suoi elettori». Per ora, oltre ad aver annunciato la corsa in coppia con Pina Picierno, ha ridato spolvero al rapporto con il gruppo una volta vicino all’ex premier.

© Riproduzione riservata