«Siamo rimasti un pochino dispiaciuti», ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi. Il governo si è spaccato sul termovalorizzatore per Roma. Oggi è arrivato in Consiglio dei ministri il decreto aiuti per l’Ucraina ma nell’articolato, che nella bozza spaziava dagli aiuti per pagare le bollette alla ricapitalizzazione delle società di stato, è stata inserita la norma collegata al Giubileo 2025 che istituisce il super commissario ai rifiuti, una norma che dà via libera al sindaco Roberto Gualtieri per avviare il progetto dell’inceneritore: i ministri del Movimento 5 stelle hanno deciso di non partecipare al voto, in dissenso.

Il commento di Patuanelli

Il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, mentre il presidente del Consiglio dei ministri svolgeva la conferenza stampa ha diramato un comunicato: «È sbagliato sporcare le idee politiche del Movimento - come la tassazione sugli extraprofitti, il superbonus, il potenziamento di transizione 4.0, le misure sulle bollette e sul rafforzamento patrimoniale - con norme sugli inceneritori, che nulla hanno a che spartire con un decreto aiuti per famiglie e imprese».
Per questo motivo, ha detto «abbiamo deciso di non partecipare al voto». I Cinque stelle hanno ribadito di non essere contrari alle norme straordinarie per attribuire più poteri al sindaco di Roma, ma «abbiamo chiesto che questi nuovi impianti, in linea con la normativa europea, fossero di nuova tecnologia: dunque eco-sostenibili, non inceneritori». Il ministro ha raccontato che il movimento ha chiesto di stralciare la norma: «Tutto questo ci è stato negato. Così la transizione ecologica rimane solo sulla carta».

Il consiglio in due tempi

In realtà l’esecutivo ha approvato più testi per far fronte alla crisi economica e lo ha fatto in due tempi. In prima battuta è stata varata intorno a mezzogiorno la proroga del taglio sulle accise fino all’8 luglio, a cui il governo ha aggiunto l’azzeramento delle accise sul metano per autotrazione (una mossa che ha fatto desistere le associazioni di settore dal proclamato sciopero). Il Cdm è tornato poi a riunirsi nel pomeriggio, dopo la cabina di regia a cui ha partecipato il ministro dell’Economia. Sul tavolo della riunione il decreto aiuti per contrastare gli effetti del conflitto in Ucraina. Prima però, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato i sindacati, e le sigle avevano criticato: «I 6-7 miliardi» previsti, «non sono sufficienti, c’è bisogno di aumentare queste cifre; è il momento di uno scostamento di bilancio», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’incontro con il governo a palazzo Chigi. Alla fine, hanno fatto sapere fonti di governo prima dell’approvazione, il valore è raddoppiato. Fra i provvedimenti per finanziare le scelte, l’aumento della tassa sugli extra profitti delle grandi imprese dal 10 al 24 per cento, anche se fino all’ultima bozza la misura caldeggiata da ambientalisti e sindacati non compariva.

Le misure

Se non bastasse la reazione dei Cinque stelle in Cdm, anche gli aiuti approvati danno la misura del periodo difficile che sta attraversando il paese e anche della confusione per intervenire. Una delle misure più rilevanti è il bonus per i redditi più bassi: un assegno per i lavoratori e pensionati con reddito inferiore a 35.000 euro per contribuire alle difficoltà connesse al caro prezzi, ma c’è di tutto un po’. Il primo articolo infatti riguarda la compensazione del bonus sociale energia elettrica e gas qualora non fosse stato ancora erogato, segue l’incremento dei crediti d’imposta in favore delle imprese sempre sull’energia, quindi l’estensione al primo trimestre 2022 del credito d’imposta per le imprese gasivore.

L’Europa, come ricordato ieri durante il Consiglio dei ministri dell’Energia europei, ancora non è pronta a staccarsi dal metano russo, e per velocizzare uno stop che potrebbe arrivare da un momento all’altro, sono state inserite semplificazioni per la massimizzazione della produzione elettrica da carbone e olio combustibile e anche per l’installazione di rigassificatori, ma al momento solo di quelli galleggianti già commissionati a Snam. Un passo indietro sui progetti di rigassificatori fissi che non sarebbero stati comunque pronti prima di tre anni.

Dopo le critiche per non aver previsto nulla sulle fonti energetiche rinnovabili, le grandi assenti dal dibattito, l’esecutivo ha messo in campo semplificazioni per l'incremento della produzione di energia elettrica da Fer e nel settore agricolo.

Per far fronte agli effetti diretti della guerra, oltre all’incremento dei sostegni per l’accoglienza dei rifugiati ucraini, sono state introdotte garanzie Sace per le imprese danneggiate dalle conseguenze del conflitto e dalle sanzioni, e anche sui finanziamenti necessari a sostituire le importazioni «di materie prime o fattori di produzione la cui catena di approvvigionamento sia stata interrotta o abbia subito rincari per effetto dalla crisi attuale». Infine a quanto si legge «un incremento di 925 milioni di euro, per il 2022» per sostenere programmi di sviluppo e rafforzamento patrimoniale delle società soggette a controllo dello stato».

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