Molto si muove a destra, senza ancora un nome e una forma. L’alfiere preferito di questa fase, però, un nome ce l’ha ed è quello del generale Roberto Vannacci, corteggiatissimo dopo essere stato il caso editoriale dell’estate con il suo libro autoprodotto Il mondo al contrario. Il volume, tra attacchi ai gay e opinioni su democrazia e ruolo delle donne, è diventato un feticcio dalla galassia di destra.

Se la Lega e la destra che fa riferimento a Gianni Alemanno ne hanno immediatamente sposato i toni e i contenuti, Fratelli d’Italia si è culturalmente spaccata. Impossibile per Giorgia Meloni, da palazzo Chigi, spendere una parola per strizzare l’occhio alla quota più a destra del suo elettorato, quando il suo stesso ministro della Difesa Guido Crosetto ha mantenuto l’aplomb istituzionale ricordando che un militare in attività deve essere imparziale e non può lasciar trasparire idee politiche. Se quando il libro è uscito il compromesso trovato è stato quello di far intervenire il responsabile dell’organizzazione del partito, Giovanni Donzelli. Il fedelissimo di Meloni che mai avrebbe parlato senza il placet della leader ha difeso il diritto di esprimersi di Vannacci, anche a costo di contrastare con la posizione di Crosetto.

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L’avvicinamento

Ora, però, anche il mondo che fa riferimento a Fratelli d’Italia tenta il passo in più. Non potendolo fare a livello smaccatamente politico, il corteggiamento per ora è a livello culturale.

Oggi, infatti, si svolge la prima presentazione romana del libro, organizzata da Nazione Futura, «il think tank dei conservatori italiani» di cui è presidente Francesco Giubilei e molto vicino al partito della premier, tanto che lo stesso presidente è stato per un periodo consigliere del ministero della Cultura. Non solo, la casa editrice di Giubilei ha anche offerto al generale di pubblicare il libro. «Difendiamo il principio cardine del pensiero conservatore: la libertà di parola», ha spiegato Giubilei nell’invito all’evento, a cui prenderà parte anche il giornalista della Verità, Francesco Borgonovo. Il generale, che anche pubblicamente ha detto di valutare ogni ipotesi per il suo futuro compresa quella politica, per ora continua a godersi l’attenzione mediatica. Dopo un colloquio con Crosetto ha chiesto il reintegro e ribadito che non ha intenzione di interrompere il suo tour di presentazione del libro, che tuttavia continua a provocare dibattito e imbarazzi. Un’altra presentazione era in calendario a Grosseto per il 19 settembre su invito di un consigliere della Lega: l’evento però è saltato dopo malumori nella stessa giunta di centrodestra, secondo alcune fonti provenienti proprio dal gruppo di FdI, che avevano fatto saltare il patrocinio comunale.

L’operazione Vannacci

Dopo settimane di dibattito e grande presenza mediatica del generale, il risultato è che “l’operazione Vannacci” stia creando grande scompiglio a destra. Soprattutto, stia dilaniando internamento Fratelli d’Italia, divisa tra la necessità di un contegno istituzionale dei suoi dirigenti e la sensazione che il suo storico elettorato di riferimento si riveda nelle posizioni del generale. Di qui la necessità di trovargli una collocazione, almeno culturale, in un luogo di dibattito politico amico, come è Nazione Futura.

Intanto, la Lega ha lasciato intendere che ci sarebbe la disponibilità a ragionare di una candidatura di Vannacci alle prossime europee, tanto più se il suo nome può drenare consensi dal partito della premier. Continuano poi i movimenti a destra della destra di Meloni, con il gruppo che fa riferimento a Gianni Alemanno – che in favore di Vannacci ha anche avviato una raccolta firme – e che sta valutando se sarà possibile ricostruire uno spazio di destra sociale, che assorba gli elettori delusi da Fratelli d’Italia, diventata troppo moderata dopo essere entrata nella stanza dei bottoni.

 

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