MA DAVVERO SI È GIÀ VOTATO

In due settimane gli elettori possono smentire i sondaggi

  • Le cronache recenti sono piene di previsioni sbagliate: dalla vittoria di Hillary Clinton a quella del “remain” in Gran Bretagna, ma anche le stime sui risultati del referendum costituzionale o di elezioni regionali come nel caso pugliese.
  • Questa storia ha almeno due morali. La prima è che è meglio non ipotecare anzitempo finali già scritti. La seconda è che risulta sinceramente incomprensibile nonché irrazionale quel divieto a fotografare l’evolversi degli orientamenti nella fase più intensa, gli ultimi quindici giorni della campagna.
  • Gli studi sui flussi elettorali, infatti, confermano, che è proprio in questa fase che si determina il massimo spostamento di consensi da una parte all’altra.

Da sabato scorso, 10 settembre, la legge vieta la pubblicazione di sondaggi elettorali. Gli ultimi hanno registrato un vantaggio della destra al punto da indurre parecchi a considerare l’esito del voto sostanzialmente scontato. Non vi sarebbe alcuna incertezza su chi vincerà, al più toccherebbe misurare la distanza del consenso tra Giorgia Meloni, nettamente favorita, e il Partito democratico intento a rincorrere. Ora, anche assumendo la tendenza che vede un travaso di schede dalla Lega a Fra

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