Italia

In tribunale con Saviano. Una premier non persegue le parole di uno scrittore

  • Ho testimoniato al processo intentato da Giorgia Meloni contro Roberto Saviano per la parola “bastardi” da lui pronunciata nel programma Piazzapulita, dopo aver visto un reportage sulla morte per annegamento di un bambino tra le braccia della sua mamma guineana. 
  • Non sono fra quelli che pensano che un politico debba sempre astenersi dalla denuncia penale. Ma Meloni è diventata la persona più potente d’Italia, eppure ancora incapace di calarsi nei vestiti nuovi del Presidente di tutti. Di usare un linguaggio, anche del corpo, consono all’incarico che ricopre.
  • Continuare a perseguire uno scrittore sotto scorta per una parola quando si tengono in mano le leve del potere è una strategia per ridisegnare i limiti del discorso pubblico

Non sono una persona che si fa intimidire!» ha esclamato alla Camera con voce furiosa la presidente Meloni rivolgendosi all’onorevole Magi. Si parlava di droghe leggere, sicché a un certo punto il deputato di +Europa ha sfoderato un cartello antiproibizionista ed è stato presto placcato dai commessi. La scena è stata significativa e inquietante al contempo, visto che, per l’ennesima volta, abbiamo assistito al rovesciamento tra governo e opposizione. Con Meloni che si atteggia a vittima e ad

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