- I portuali sono pagati sempre meno a causa delle continue liberalizzazioni e della formazione di oligopoli che hanno imposto un gioco al ribasso in cui la produttività ha la meglio sui diritti dei lavoratori.
- I portuali sono costretti a lavorare a ritmi sempre più serrati e a ricorrere con maggiore frequenza agli straordinari. La logica del profitto però ha messo in secondo piano anche la sicurezza.
- In un simile contesto, le armi e gli armamenti che continuano a transitare per gli scali italiani rappresentano un pericolo per i lavoratori e per i cittadini. Il caso Beirut insegna che un un incidente nel porto può distruggere una città.
I porti italiani sono un immenso brulicare di navi, uomini e mezzi, in cui merci stipate in enormi container vengono caricate e scaricate a ritmi sempre più veloci, sempre più serrati, per giungere alla destinazione finale nel minor tempo possibile. Nei moli e sulle banchine ogni operazione deve essere eseguita con precisione, secondo regole stabilite per tutelare la sicurezza di quei lavoratori che si muovono all’ombra di quelle gru che incombono alte sopra le navi, tra container pesanti alm



