Siamo arrivati alle minacce sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia. L’ufficio di presidenza della Commissione Giustizia questo pomeriggio avrebbe dovuto mettere in calendario il ddl, ma il presidente, il senatore della Lega Andrea Ostellari si è rifiutato, e ha detto ai parlamentari: «Ho constatato che all’interno della maggioranza che sostiene Draghi non c’è accordo, trovo questo grave e pericoloso e ho sollevato la questione alla conferenza dei capigruppo», formata dai presidenti dei gruppi di tutti i partiti. Non solo, il senatore è pronto a scrivere alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati.

Il regolamento prevede che qualora l’ufficio di presidenza non riesca a trovare un accordo sui disegni di legge da discutere, la decisione passi alla riunione plenaria. Secondo il Movimento 5 Stelle e il Pd in questo modo sarebbe stato certo che il disegno di legge sarebbe finito in calendario. «Uno o due voti in più, la maggioranza del Conte II» commentano dal Movimento 5 stelle. Ma il presidente leghista non ha voluto portare la questione in commissione. «Fino a oggi si era mosso nel solco delle regole, adesso ha travalicato il regolamento» ha affermato la senatrice Alessandra Maiorino dei Cinque Stelle.

Pillon e i Pro Vita

Secondo la Lega anche Forza Italia sarebbe contrario, ma in realtà alcune parti del partito di di Silvio Berlusconi secondo più fonti sarebbero invece pronte a discutere. In commissione giustizia a dare man forte al presidente Ostellari comunque è arrivato il senatore Simone Pillon, da sempre contro il disegno di legge, volto noto del popolo della Famiglia. Anche oggi ha ribadito :«Legge divisiva che crea persone più uguali degli altri».

Dopo l’acceso dibattito, sono arrivati i complimenti alla Lega del movimento Pro Vita, contro l’aborto e in lotta contro “il gender”: «Bene Ostellari che mette a nudo l'ideologia che si cela dietro il Ddl Zan». Se lo scopo, ha detto Jacopo Coghe, vice presidente di Pro Vita e Famiglia onlus, dopo la notizia, «è di trasformare le scuole dei nostri figli in campi di rieducazione di massa al gender per celebrare ogni anno omosessualità, transessualità e bisessualità, allora noi non ci stiamo, continueremo a dar battaglia. In quel caso siamo pronti a scendere in piazza per difendere la libertà educativa dei genitori».

Zan continua a spiegare

L’onorevole Alessandro Zan, “padre” del disegno di legge, continua a spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a mettere in campo il testo ormai due anni fa. Verrà pubblicata una sua intervista anche su Chi: «Il mio Ddl introduce il reato contro i crimini d’odio verso qualcuno solamente per quello che rappresenta». E ha ribadito: «È sempre il momento giusto per combattere un fatto così grave che è sotto gli occhi di tutti, perché ogni giorno ragazzi vengono picchiati solo perché si baciano, donne insultate perché donne e persone con disabilità derise per la loro condizione». L’iter parlamentare è iniziato nel 2019: «Sono solo coloro che vogliono lo statu quo e ostacolano il cammino dei diritti civili a dire che non è il momento». La legge è stata già approvata alla Camera il 4 novembre. Adesso manca il parere del Senato.

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