È stata respinta la richiesta del gruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai di convocare per un’audizione l’amministratore delegato di viale Mazzini Roberto Sergio per avere maggiori informazioni a proposito della nomina di Ignazio Artizzu alla caporedazione della Sardegna. La decisione è all’origine dello sciopero delle firme di tre giorni ancora in corso, ma la presidente della commissione Barbara Floridia ha deciso di respingere la richiesta rimandando a un incontro già in programma per novembre. 

Per la prossima settimana è invece in programma l’audizione del direttore di testata Alessandro Casarin, già convocato da diversi giorni. La nomina aveva suscitato scalpore perché Artizzu fino a fine luglio era il capoufficio stampa della giunta regionale sarda guidata da Christian Solinas. Alle ultime elezioni regionali è stato il primo dei non eletti del Partito sardo d’azione guidato proprio da Solinas, che tra l’altro correrà per la rielezione tra pochi mesi. 

La vicenda

Rientrato in redazione dalla sua aspettativa Artizzu aveva aderito al job posting per la caporedazione da caposervizio, proponendosi dunque per un doppio salto di carriera: a prescindere dall’incarico precedente, i comitati di redazione sul territorio avevano denunciato l’inopportunità della scelta per il conflitto d’interessi che si sarebbe venuto a creare. 

La presidente ha deciso però di non anticipare la convocazione di Sergio. In una lettera in cui risponde alla richiesta dei dem, Floridia fa riferimento al carattere periodico degli incontri concordato con amministratore delegato e direttore generale: «l’incontro con l’amministratore delegato già previsto nel prossimo mese di novembre costituirà occasione per affrontare, in un’ottica complessiva, sia la questione del Tgr Sardegna che le tematiche trattate dalla commissione durante il recente esame dello schema di contratto di servizio». Non disturbate il manovratore, insomma. 

Floridia già mercoledì aveva concesso un’intervista che aveva lasciato perplesso più di qualche osservatore. Nello specifico, aveva risposto a domande sulla decisione del M5s di votare a favore del contratto di servizio tra Rai e ministero dell’Impresa insieme alla maggioranza. Una sgrammaticatura, secondo alcuni, considerato che il presidente di commissione dovrebbe seguire un principio di terzietà e spogliarsi della sua identità partitica. Nella sua intervista, invece, Floridia risponde per conto del Movimento con parole che – osservano i detrattori – sarebbero più adatte a un capogruppo: «Il M5s si è battuto per inserire determinati punti nel contratto, e gran parte delle richieste sono state accolte».

Con la nuova decisione, che mette al riparo l’amministratore delegato Sergio dalle eventuali critiche sulla vicenda Tgr, Floridia ancora una volta ha preferito non mettere in difficoltà i vertici meloniani. 

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