Le falle del nuovo decreto

La privacy che il governo continua a toglierci ora che l’emergenza diminuisce

  • Sin dall’inizio della pandemia alcuni hanno reputato che la privacy fosse un inutile intralcio nel contrasto al virus, e che servisse superarla, contenendo altresì i poteri del Garante. Il decreto Capienze interviene in questo senso.
  • Non serve più una legge o un regolamento per autorizzare un trattamento di dati personali da parte di un’amministrazione, la comunicazione di tali dati da un’amministrazione all’altra o anche a soggetti diversi: è sufficiente una decisione discrezionale di chi esercita compiti di interesse pubblico o pubblici poteri.
  • Il decreto Capienze, inoltre, elimina il potere del Garante Privacy di prescrivere misure vincolanti in caso di trattamenti con rischi elevati per i diritti e le libertà, nonché di stabilire i requisiti minimi di sicurezza e protezione dei dati di traffico telefonico trattati per fini di accertamento e repressione dei reati.

Sin dall’inizio della pandemia, la privacy è stata talora reputata un ostacolo nell’azione di contrasto al virus. Si rammentano, ad esempio, le richieste di soluzioni di tracciamento poco rispettose di principi normativi, indicati come un inutile intralcio nel contenimento dei contagi. Il Garante della privacy, intervenuto più volte per ribadire i paletti in materia di trattamento dei dati personali, ha costituito un presidio al loro superamento. Si possono ancora ricordare i pareri dell’Aut

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE