- Anche le modeste e parzialissime elezioni locali di questo mese assurgono a catastrofi epocali. La ragione di tutto ciò viene da lontano, dalla natura ibrida e irrisolta del partito per via delle sue continue metamorfosi.
- Non c’è più nulla dell’ispirazione originaria. Il Pd ha navigato sull’onda di una cultura della governabilità, dell’affidabilità e della competenza fino a Bersani. Quegli attori sono stati rottamati dalla scoppiettante leadership del giovane Renzi che tanti affascinò.
- Elly Schlein ha finalmente operato una scelta chiara, in direzione di una moderna socialdemocrazia. Deve però riformare radicalmente un partito costruito su schemi superati.
Il Pd è un partito in costante crisi di nervi. L’esempio più eclatante lo fornì l’ex segretario Nicola Zingaretti quando, nel corso della crisi del governo Conte 2, si dimise improvvisamente dichiarando di vergognarsi per il comportamento dei suoi compagni di partito. Solo l’intervento salvifico di Enrico Letta impedì una implosione. Ma poi nemmeno lui resse l’urto di un’altra crisi di nervi, divampata all’indomani delle ultime elezioni politiche. Benché il partito non avesse perso rispetto a



