Afragola, provincia di Napoli, anno 2019. Le batterie criminali legate al clan Moccia seminavano il terrore piazzando ordigni davanti ai negozi. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accolto con tanto di baciamano da un cittadino, arrivava nella cittadina insieme a Giuseppina Castiello, per gli amici Pina, all’epoca deputata leghista e sottosegretaria al Sud. Prometteva sgomberi e legalità, è rimasta una promessa.

Anno 2023, Caivano, provincia di Napoli. Mezzo governo, con la presidente Giorgia Meloni in testa, arriva al parco Verde per promettere interventi e tolleranza zero contro stese e violenze. C’è sempre lei, Pina Castiello da Afragola, non eletta alle ultime elezioni, ma visti gli ottimi rapporti con Salvini e lo stato maggiore della Lega, nominata sottosegretaria alla presidenza del Consiglio per i rapporti con il parlamento.

«Ha rapporti ottimi anche con esponenti del centro-sinistra», ricorda un veterano di Forza Italia. L’attuale compagno è Giovanni Francesco Nicoletti, rettore dell’università Vanvitelli, papabile candidato alla presidenza della regione Campania.

Il suo percorso

Castiello ha un passato in Alleanza nazionale, vicinissima a Vincenzo Nespoli, mentore e riferimento per anni, già senatore di Alleanza nazionale, condannato per bancarotta fraudolenta nel giudizio di merito (la cassazione ha annullato con rinvio). In passato cosentiniana doc prima della bufera giudiziaria che ha portato l’ex sottosegretario, Nicola Cosentino, a rimediare una condanna definitiva come referente del clan dei Casalesi.

Berlusconiana con l’ex cavaliere alla sua festa dei 40 anni prima di diventare leghista con queste parole d’ordine: «Ho visto un corteo assurdo di migranti nel centro di Napoli, dietro c’erano i nigeriani , tutta gente che delinque». Nespoli e Castiello si sono ritrovati nei festeggiamenti per i trionfi ad Afragola, dove la sottosegretaria mantiene l’incarico di vicesindaca, il sindaco si chiama Antonio Pannone.

Lei, il trafficante e il clan

Castiello non è mai stata indagata, ma è finita negli atti della procura di Napoli sul clan Moccia per i suoi rapporti politici con l’imprenditore Aniello Esposito, sposato con Cristina Acri, già assessore al comune di Afragola e nel 2019 in bella mostra sui social in una foto con Salvini.

Esposito è stato di recente indagato e archiviato in un’inchiesta sui Moccia, ma è stato condannato, nel 2021, a dodici anni e sei mesi per rapporti con la ‘ndrangheta (sentenza appellata). Rapporti e affari con boss della malavita che sono stati documentati con intercettazioni, pedinamenti e incroci, tra gli altri con Peppe ‘o bandito, al secolo Giuseppe Spagnolo, già condannato per ‘ndrangheta negli anni duemila.

Torniamo al 2015 e a Castiello, la vicenda viene ricostruita nella richiesta cautelare a carico di affiliati e camorristi, firmata dall’attuale procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, all’epoca a capo della procura di Napoli. «Aniello Esposito e i rapporti con la cosca di ‘ndrangheta di Cirò in provincia di Crotone. Il business della fornitura di servizi assistenziali agli immigrati in Calabria. I rapporti con politici per lo sblocco dei fondi ministeriali», si intitola il capitolo. Tra i politici c’è anche Castiello.

Il 7 ottobre di quell’anno Aniello Esposito è a Napoli e, su indicazione della procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, viene seguito dai carabinieri del Ros. Alle 18 arrivata nei pressi della prefettura dove, insieme a Carmine Siena, condannato qualche mese prima per traffico di droga, incontrava l’attuale sottosegretaria.

Dopo l’incontro Siena ed Esposito andavano subito nel palazzo dei Moccia ad Afragola, all’epoca i capi erano tutti liberi. Una foto allegata all’informativa dei carabinieri ha immortalato il momento. Esposito dal 2013 al 2016 ha gestito una struttura di accoglienza in Calabria e, secondo gli inquirenti, lo ha fatto in compagnia degli esponenti della cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola, tra questi il pregiudicato Siena, già coinvolto anni prima in un’indagine sul narcotraffico e condannato in via definitiva.

Successivamente sposta i suoi interessi in Campania e attiva i rapporti con i Moccia che non avranno conseguenze penali. Esposito prima di trasferirsi definitivamente in terra campana, aveva un problema da risolvere: sbloccare i fondi per la sua attività di accoglienza calabrese. Così si relazionava con funzionari della prefettura e del ministero dell’Interno, ma senza troppo successo. A quel punto cercava anche altre strade e si metteva in contatto con Pina Castiello, Vincenzo Nespoli, Ciro Falanga, ex senatore di Ala, e l’ex consigliere regionale Angelo Marino. Nessuno di questi sarà indagato.

Gli inquirenti, attraverso le intercettazioni, ricostruiscono i contatti. «Venivano intercettate alcune conversazioni telefoniche dalle quali emergeva che Esposito, per favorire il centro-destra (e dunque il Nespoli e Castiello) si era attivato unitamente alla moglie Cristina Acri per indurre diversi consiglieri del comune di Afragola a firmare le dimissioni che avrebbero minato la stabilità e la forza politica del sindaco Domenico Tuccillo e della sua giunta di centro sinistra», in cambio chiedeva ai due di interessarsi allo sblocco dei fondi.

Siamo nell’ottobre 2015. Castiello chiedeva a Esposito di interessarsi perché alcuni consiglieri firmassero le dimissioni e l’imprenditore aggiornava l’onorevole, legatissima a Vincenzo Nespoli.

«Ue’ Pina (…) ti stavo chiamando...tutto a posto qua», diceva Esposito. E Castiello rispondeva: « Hanno firmato?», ottenendo una risposta affermativa. «Andiamo così...avete deciso di fare qualcosa, un manifesto», consigliava Castiello ed Esposito rispondeva che avrebbe fatto un manifesto per comunicare la notizia. Nove consiglieri avevano appena firmato un documento davanti a un notaio per mandare a casa il sindaco di centrosinistra.

Anche Nespoli si interessava della questione e il sindaco Domenico Tuccillo al telefono addebitava a lui la regia degli accadimenti. Alla fine il primo cittadino manteneva l’incarico fino al 2018 quando alle urne vinceva il centro-destra. Sul balcone del comune a festeggiare c’erano proprio Nespoli e Castiello.

Politici inseparabili

Nespoli è stato indicato da Salvatore Scafuto, collaboratore di giustizia e in passato reggente dei Moccia, come «un amico per la pelle di Luigi Moccia» precisando che il clan ha sostenuto anche gli esponenti del centrosinistra. Anche il collaboratore Domenico Esposito ha confermato l’appoggio a Nespoli: «I Moccia lo hanno sempre sostenuto». Quando è stato ascoltato come testimone in un processo contro i vertici della camorra locale, Nespoli ha chiarito di averli conosciuti da giovani, Luigi e Angelo Moccia, «andavamo a ballare insieme», ma da criminali non li ha mai frequentati e mai ha avuto il loro appoggio.

Torniamo alla fedelissima di Nespoli, Castiello, al 2015 e all’esigenza dell'imprenditore di sbloccare i fondi per il centro migranti. Esposito sollecitava Castiello che rispondeva di aver parlato con una dirigente «l’ho sentita l’altro ieri», che l’iter era quasi concluso ed era meglio evitare «ulteriori forzature» poiché «controproducenti».

Esposito chiamava i familiari e li rassicurava: «mi ha chiamato Pina (n.d.r. Castiello Giuseppina), adesso 5 minuti fa…E ha detto tutt’apposto mi ha chiamato la dottoressa stasera… e…stanno pagando». Quando Castiello non rispondeva, Esposito si rivolgeva a Nespoli che garantiva un intervento al ministero, ma anche agli altri politici. Gli inquirenti precisano che tra le oltre duemila telefonate di Esposito sono 23 quelle con Castiello, l'attuale sottosegretaria del governo Meloni, in prima linea contro il degrado del parco Verde.

 Cosa risponde la sottosegretaria sui rapporti con Esposito? «L’ho conosciuto in quanto fidanzato prima, e marito poi, della consigliera comunale Cristina Acri, consigliera comunale, nel 2008, del Pdl e successivamente nel 2013 nella lista di Fratelli d’Italia.

In quegli anni ci sono state diverse occasioni d’incontro con Aniello Esposito (all’epoca, non erano peraltro note attività illecite) in incontri politici o istituzionali», risponde. E sull’incontro con Esposito e Siena? «Non lo conosco, ma non posso escludere che sia stato in compagnia di Esposito in occasione degli incontri», replica.

Castiello prosegue evidenziando che prima del coinvolgimento di Esposito in indagini giudiziarie aveva presentato, nel 2017, una interrogazione per «sollecitare un immediato intervento del ministero dell’Interno sui rapporti istituzionali instauratisi con la Cooperativa “Terra Nostra” nella disponibilità di Esposito, chiedendo la chiusura - che, infatti, sarebbe successivamente risultata al centro di indagini che ne hanno evidenziato i gravissimi rapporti con ambienti criminali calabresi e locali». Castiello aggiunge: «Non ho mai sollecitato interventi dell’Esposito su attività politiche», dichiarazione smentita dalle intercettazioni.

Aggiornamento del 14 novembre 2023: Aniello Esposito, nel processo di secondo grado, è stato assolto dalla corte d’Appello di Catanzaro. 

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