- «Comanda Carlo Calenda», è la ragione per cui il partito di Fratoianni della regione rompe con il Pd e si prepara
- ad entrare in una civica in sostegno di M5s.
- In realtà il leader di Azione sul dossier Lazio tace da settimane, e c’è chi assicura che ha promesso il silenzio al candidato presidente fino a che non saranno messe in sicurezza tutte le alleanze.
- Fibrilla l’asse rossoverde nazionale. In realtà gli ecologisti non hanno ancora deciso. Non ufficialmente, almeno. Potrebbero farlo stasera, nella riunione del loro esecutivo. O rimandare la decisione definitiva: «Abbiamo ancora una interlocuzione con Sinistra italiana al livello nazionale».
Dall’inizio, ma anche prima dell’inizio, la corsa di Alessio D’Amato verso la presidenza della regione Lazio non si annunciava come una passeggiata di salute. Ma da ieri si fa più complicata. E se non dal punto di vista dei numeri, sicuramente dal punto di vista politico. La segreteria regionale di Sinistra italiana rompe con gli alleati e annuncia che non farà parte del centrosinistra. «Non staremo con il Pd e Calenda. Per un’incompatibilità su elementi portanti e un profilo politico a guida C



