In vista delle elezioni regionali in Lombardia il centrosinistra pare abbia scelto in Pierfrancesco Majorino il suo candidato per contrastare quello della destra Attilio Fontana. Nelle ultime settimane si era fatto con più insistenza il nome di Letizia Moratti, che dopo la rottura con il centrodestra ha provato a spendersi come nome utile per il centrosinistra.

Nonostante il nome di Majorino, Moratti però non intende mollare. «Andrò avanti fino in fondo e vado avanti per vincere perché sono convinta di poter dare un contributo al rilancio della Regione, come è stato Expo per Milano. Non si tratta solo di dire che le cose non funzionano, ma bisogna lavorare perché la Lombardia abbia un rilancio forte e torni a misurarsi con le prime 4 regioni d’Europa e a sedersi ai tavoli che contano. Sono qui per farlo coi lombardi», ha detto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Con il Partito democratico ci sono state «interlocuzioni ad altissimo livello» e «tutte con un orientamento positivo» ha detto Moratti. «Sicuramente per il Pd alcune cose sono cambiate: le elezioni che forse sono andate al di sotto delle aspettative, un segretario uscente. Lo dico con grande rispetto ma anche con altrettanta speranza: mi auguro che questo vuoto possa essere riempito insieme», ha aggiunto.

Le idee

«Sono pronta a misurami e ho indicato alcuni temi molto identitari anche per la sinistra: l’ambiente, la cultura, la legalità, il lavoro e la sanità», ha detto l’ex sindaco di Milano. «In particolare sono convinta che occorra rafforzare la sanità pubblica per una questione di equità sociale, potenziarne ulteriormente la prossimità per renderla sempre più accessibile ai cittadini, aumentare gli investimenti che invece il governo sta pericolosamente pensando di diminuire».

All’interno del centrosinistra c’è chi dice che Moratti era pronta a candidarsi con il centrodestra prima che la coalizione confermasse l’attuale presidente di regione Fontana. Critiche che provengono dall’ala interna al Pd che non ha intenzione di appoggiare il suo nome alle elezioni regionali: «Li rispetto ma voglio ricordare che ero fuori dalla politica da più di 10 anni e francamente etichettarmi come centrodestra mi sembra curioso. Sono stata chiamata come tecnico, senza etichette, per risolvere un problema, perché la Lombardia era ultima nel piano vaccinale. Ho accettato per amore della mia Regione e dei miei concittadini».

Qual è la sua strategia allora? «A livello nazionale il 37 per cento non è andato a votare. È necessario un maggior raccordo con il territorio e una lista civica può parlare diversamente rispetto ai partiti consolidati. Ma anche perché una lista civica riflette la mia identità di liberale e popolare», ha detto Moratti.

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