- «La diatriba sul calendario è poco giustificata. O si fa la costituente, sul serio, o si fa un congresso ordinario, in tempi più stretti, e si evitano pasticci».
- «Non credo che alla fine del congresso ci sia una scissione, ma non penso neanche che possano continuare a vivere da separate in casa linee politiche diverse, fra chi pensa che il mercato si regoli da solo e chi chiede dei correttivi e dei riequilibri. Si tratta di trovare un punto di sintesi»
- «Mi preoccupa il silenzio sul merito delle candidature che si stanno offrendo per guidare il partito. Anche se formalmente ancora non ci sono, sarebbe bene che tutti quelli che ci stanno pensando iniziassero a mettere giù delle idee. Animare un dibattito senza dire niente mi sembra abbastanza improbabile».
Il Lazio e Lombardia non sono perse per il Pd, sostiene Andrea Orlando, anche se le difficoltà delle due corse è evidente. In Lombardia il Pd non può votare Letizia Moratti: «È noto a tutti che si candida con Calenda perché è stata scaricata dalle destre. E secondo lei gli elettori democratici andrebbero a votarla in massa?». Ma con il capo della sinistra Pd parliamo del congresso. Non c’è accordo sulla data del congresso Pd, approvata in direzione pochi giorni fa. Cos’è successo nel frattemp



