- Le alleanze già morte con la fuga del predecessore, le agorà, l’azzardo Schlein. La nuova vita del segretario uscente: «Farò il deputato e basta. Lascio un partito che ho preso sull’orlo dell’implosione». Sperando che non torni al punto di partenza.
- «Per due anni l’aspirazione all’unità è stata non retorica trita, ma pratica concreta. Deve essere la nostra ossessione. Certo è stata la mia, anche a costo di fingere di non vedere i falli».
- «Ci sono cose che terrò per me», dice. In primis la consapevolezza che «i molti errori» che gli vengono imputati non sono suoi. I dirigenti dem lo sanno, dunque non lo hanno mai messo sul banco degli imputati. Né lui se ne andrà lanciando maledizioni come Zingaretti.
«Non ci sono piani B. Farò il deputato e basta». Per la sua nuova vita Enrico Letta preferisce evitare la formula «deputato semplice». Ricorda quella ad alto tasso di ipocrisia di Matteo Renzi, «senatore semplice». Resterà in parlamento, continuerà ad occuparsi di formazione politica per i giovani e di Europa, e a andare a Parigi, dove è ancora presidente della Fondazione Delors. Formalmente lo scambio di consegne con il suo successore avverrà a marzo. Alla vigilia dell’esito delle primarie meg



