Passa alla Camera la proposta di legge Varchi che rende la gestazione per altri “reato universale”, cioè punibile per i cittadini italiani che si avvalgono di tale pratica anche all’estero. Anche in paesi dove questa tecnica di procreazione assistita è legale e normata da leggi. Ieri pomeriggio la proposta di legge di Fratelli d’Italia è stata approvata a Montecitorio con 166 sì, 109 no e 4 astenuti.

«Adesso l’Italia è all’avanguardia nella difesa dei diritti delle donne e dei bambini» ha detto la ministra per la Famiglia e la natalità, Eugenia Roccella, mentre le deputate di FdI mostravano uno striscione contro “l’utero in affitto”. Dopo l’approvazione da parte della Camera, il provvedimento passerà al Senato per il sì definitivo.

Montaruli c’è

La maggioranza si è schierata compatta a favore dell’istituzione del reato, mentre hanno votato contro Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza verdi e sinistra. Più sfumate le posizioni nell’ex Terzo polo, con Azione e Italia viva che hanno lasciato libertà di coscienza: in cinque deputati, tra cui Mara Carfagna ed Ettore Rosato, si sono espressi a favore.

La relatrice del provvedimento, Carolina Varchi, e il governo, rappresentato dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, hanno espresso parere contrario a tutti gli emendamenti tranne a quello di Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia, che è stato approvato all’unanimità: l’emendamento di maggioranza sottrae dal perimetro del penalmente rilevante la pratica della fecondazione eterologa (che richiede l’utilizzo di gameti esterni alla coppia).

Il nodo Magi

Se il centrodestra è compatto sul progetto di reato universale, a muoversi in ordine sparso sono state le opposizioni. Il no alla legge di Fratelli d’Italia è stato scontato, ma divisioni sono emerse sulla proposta di depenalizzare la gpa solidale (cioè senza compensi economici per la donna che porta avanti la gravidanza) presentata da Riccardo Magi di +Europa. Il suo emendamento, ieri mattina, è stato respinto con 191 no, 9 sì e 44 astenuti. Il Pd non ha partecipato al voto, il M5s si è astenuto e il gruppo Avs ha votato a favore, con l’eccezione della capogruppo Luana Zanella.

«Non mistifichiamo la gravidanza solidale, dietro alla generosità della donna c’è chi raccoglie profitto, soprattutto le agenzie che a livello europeo agiscono in un vero e proprio settore produttivo» ha detto Zanella, che da sinistra è contraria a qualsiasi forma di gpa. «Non voglio essere strumentalizzata, ma la maternità non può essere ridotta a un mezzo di produzione a vantaggio di altri».

Il suo intervento ha ricevuto applausi dal centrodestra (in difesa di «una collega libera e intelligente») e ha provocato la reazione di Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd, che ha attaccato Zanella – una parlamentare esperta, con una lunga militanza nei Verdi – per le sue parole: «Ho sentito un discorso reazionario. Stiamo parlando di bambini e famiglie che non meritano questo sciacallaggio quotidiano. Serve un linguaggio più rispettoso».

+Europa contro il Pd

Dopo la bocciatura dell’emendamento ha tenuto banco il battibecco tra Magi e Zan, presenti entrambi al sit-in delle Famiglie arcobaleno organizzato martedì a Roma. «Sulla gpa altruistica io sono favorevole, ma dentro al Pd ci sono posizioni diverse. Per questo abbiamo scelto di non partecipare al voto sull’emendamento Magi» ha detto il deputato del Pd, che ha criticato il metodo utilizzato: «Non si presenta una legge organica sulla gestazione per altri con un emendamento a una legge truffa come quella della Varchi».

Durissima la reazione del segretario di +Europa, secondo cui il Pd dovrebbe spiegare «come si può, senza sentirsi un po’ ipocriti, essere contrari al reato universale ma favorevoli al mantenimento del reato nazionale». E ancora: «Dai dem arriva uno schiaffo in faccia alle persone che hanno nella gpa l’unica alternativa per avere figli. Nel Pd persiste un’anima conservatrice su questi temi che ogni volta blocca tutto».

Temporanea unità

Negli ultimi giorni il Pd ha affrontato più di una riunione per discutere la posizione della segretaria Elly Schlein, ieri assente a Montecitorio (come il leader dei Cinque stelle Giuseppe Conte) e per questo irrisa da Fratelli d’Italia. Schlein è personalmente favorevole alla gpa solidale, ma senza la pretesa di imporre un’unica visione sul tema.

Per questo ha affidato alla capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga, il compito di spiegare le ragioni del non voto sull’emendamento Magi. «A fronte di un’iniziativa violenta della maggioranza, l’emendamento non apre alcuna possibilità di discussione. È una forzatura parlamentare che aprirebbe a una revisione della legge 40 senza nessun confronto tra noi» ha detto in aula.

La scelta di non partecipare al voto era stata decisa la settimana scorsa – in una concitata riunione di gruppo – per non mostrare distinguo e spaccature, che invece sarebbero potute emergere se si fosse lasciata libertà di coscienza. Nel complesso la decisione ha retto, nonostante qualche assenza strategica e due voti in dissenso: Bruno Tabacci si è astenuto e Paola De Micheli, già candidata alla segreteria, ha votato contro.

Il gruppo del Pd a Montecitorio è rimasto compatto, ma nel partito i mugugni non mancano. Obiezioni sono state sollevate anche da Marianna Madia e Lia Quartapelle, oltre che da Debora Serracchiani. «Ho contestato le forzature. Abbiamo costruito un percorso chiaro: no al reato universale, sì ai diritti dei bambini, no all’introduzione surrettizia della gpa» aveva detto Lorenzo Guerini, intervenuto venerdì a Cesena a Energia popolare, la convention dell’area di Stefano Bonaccini.

 

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