- Il grande sogno di Berlusconi – l’immortalità – si è compiuto. L’epoca del suo trionfo non è la seconda Repubblica – l’età di Berlusconi – ma la terza – l’età del berlusconismo.
- Non c’è un carattere della terza Repubblica che non sia l’inveramento di quella pulsione oscena che ha sempre orientato la vita pubblica di Berlusconi. La sua vera eredità è la normalizzazione dell’osceno.
- Certo, Berlusconi è stato anche un vincente. Ma la sua forza non era quella di vincere rispettando le regole, ma di entrare nel gioco per stravolgerle. Non voleva soltanto vincere, voleva cambiare le regole del gioco. E ci è riuscito.
Bisogna dare atto che il grande sogno di Silvio Berlusconi – l’immortalità – si è compiuto, anche se non è riuscito a giungere ai centoventi anni che gli erano stati pronosticati dai suoi medici personali, e di questo ovviamente ci rammarichiamo tutti. Berlusconi sopravvive a se stesso, nella misura in cui i tratti osceni che egli ha introdotto caratterizzano la sua eredità, sia a destra sia a sinistra. L’epoca del suo trionfo non è la seconda Repubblica – l’età di Berlusconi – ma la terza –



