- La mattina dopo lo strappo del loro leader, i Cinque stelle sono per lo più galvanizzati. L’umore cambia totalmente con l’annuncio della decisione di Mario Draghi di dimettersi. Nelle chat grilline prima si parla di tornare a «fare casino», «avere le mani libere» e «sbattere i pugni sul tavolo».
- Mentre una parte degli eletti assiste quasi incredulo agli effetti della decisione del loro capo, un’altra fetta del Movimento cerca di salvare il salvabile, o almeno di non precludersi tutte le strade.
- L’altro che ha tentato fino all’ultimo di ricucire è stato il ministro per i Rapporti col parlamento.
La mattina dopo lo strappo del loro leader, i Cinque stelle sono per lo più galvanizzati. L’umore cambia totalmente con l’annuncio della decisione di Mario Draghi di dimettersi. Nelle chat grilline prima si parla di tornare a «fare casino», «avere le mani libere» e «sbattere i pugni sul tavolo». Poi, d’improvviso, il silenzio. Sono pochissimi quelli ancora convinti che la decisione di non partecipare al voto sia stata la scelta giusta: tanti scommettevano sulla prospettiva di tornare all’opposi



