Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, storico membro del Movimento 5 stelle, sta per lasciare il suo partito. Alcuni deputati e senatori Cinque stelle lo seguiranno formando nuovi gruppi alla Camera e al Senato. Lo confermano diversi esponenti vicini al ministro. L’annuncio potrebbe essere dato nelle prossime ore, dopo il voto della risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, che parlerà in aula al Senato in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Il nuovo gruppo potrebbe chiamarsi “Insieme per il futuro”.

Si lavora all’uscita

Alla Camera, i sostenitori del ministro sarebbero oltre trenta. Al Senato, invece, quasi venti, ma il numero è destinato a superare la soglia dei cinquanta. Al momento, riferiscono alcuni funzionari legati al partito, deputati e senatori vicini a Di Maio avrebbero iniziato la raccolta firme per formare un nuovo gruppo. Le regole del parlamento, però, potrebbero frenare le ambizioni dei parlamentari. 

In parlamento, infatti, per costituirne uno nuovo occorre che si mettano insieme almeno venti deputati alla Camera e dieci al Senato. In quest’ultima ala del parlamento, però, l’Ufficio di presidenza, l’organo che si occupa delle questioni politico-amministrative, può autorizzare la costituzione di un gruppo purché questo rappresenti un partito che abbia presentato il proprio simbolo alle ultime elezioni politiche.

Il collegamento del gruppo a un simbolo di partito, quindi, potrebbe impedire agli eletti vicini a Di Maio di costituire un gruppo ad hoc. Rimarrebbe comunque un’altra possibilità, ovvero riunirsi in una componente nel gruppo Misto, una specie di sotto gruppo in quello più ampio del “misto”. 

Chi sono i solidali

In queste ore circolano diverse ipotesi su chi del Movimento potrebbe seguire Di Maio. Tra i deputati ci sono Laura Castelli, che è anche sottosegretario all’Economia, Daniele Del Grosso, Anna Macina, Sergio Battelli, Cosimo Adelizzi, Gianluca Vacca, Valerio Valente, Dalila Nesci, Paola Deiana, Andrea Caso, Generoso Maraia, Gianfranco Di Sarno, Alberto Manca, Margherita Del Sesto, Luca Frusone, Giuseppe D’Ippolito, Emanuele Scagliusi, Patrizia Terzoni.

E ancora: Luciano Cillis, Francesco D’Uva, Pasquale Maglione, Maria Pallini, Luciano Cadeddu, Andrea Giarrizzo, Vittoria Casa, Davide Serritella, Filippo Gallinella, Roberta Alaimo, Gianluca Rizzo, Vincenzo Spadafora, Iolanda Di Stasio, Nicola Grimaldi, Chiara Gagnarli, Mattia Fantinati, Luigi Iovino, Iorio Marianna, Marialuisa Faro, Giovanni Luca Aresta, Manlio Di Stefano, Caterina Licatini e Silvana Nappi.

Al Senato, invece, sono pronti a seguire il ministro Di Maio Simona Nocerino, Antonella Campagna, Primo De Nicola, Vincenzo Presutto, Sergio Vaccaro, Fabrizio Trentacoste, Carla Ruocco, Emiliano Fenu, Raffaele Mautone, Felicia Gaudiano, Daniela Donno.

Le crepe 

Giuseppe Conte e sullo sfondo Mario Draghi (lapresse)

La crisi interna al Movimento, dunque, è destinata a perpetuarsi. Nei giorni scorsi, Di Maio ha duramente criticato il presidente Giuseppe Conte per gli scarsi risultati conseguiti a livello locale durante le elezioni comunali del 12 e 19 giugno. Ma il ministro, già capo politico del M5s dal 2017 al 2020, ha giudicato ambigua anche la politica estera del Movimento, in particolare le posizioni espresse sull’invasione russa dell’Ucraina e l’invio di armi da parte dell’Italia. 

Il ministro, invece, in questi mesi è stato uno dei sostenitori più convinti delle politiche del premier Mario Draghi, che in Europa ha sempre promosso l’appoggio al paese invaso e al presidente Volodymyr Zelensky.

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