Intensificare «i servizi di prevenzione a carattere generale e di controllo del territorio» ma soprattutto attivare «ogni possibile canale di preventivo dialogo con i promotori o gli organizzatori delle iniziative».

Il Viminale si muove in vista delle manifestazioni organizzate da alcuni movimenti studenteschi per venerdì prossimo. Lo fa con un’ordinanza a firma del capo di gabinetto della ministra Luciana Lamorgese, Bruno Frattesi, inviata ai prefetti e al Dipartimento della pubblica sicurezza.

L’intento è evidente: evitare in ogni maniera le immagini dei ragazzi manganellati, quelle per le quali la ministra ha affrontato una difficilissima informativa urgente alle camere lo scorso 9 febbraio.

Gli studenti avevano convocato le piazze per i sostenere le loro rivendicazioni sulla scuola, ma nel frattempo si è verificata un’altra tragedia, dopo la morte del diciottenne Lorenzo Parelli nel corso di un tirocinio in una fabbrica ad Udine.

Due giorni fa un incidente stradale ha stroncato lo stagista sedicenne Giuseppe Lenoci, nella provincia di Ancona. Al di là delle distinzioni fra stage, tirocini e formazione, per gli studenti è un altro fortissimo motivo per portare in piazza il loro no all’alternanza scuola lavoro.

Di fronte al parlamento la ministra ha chiesto di aspettare gli esiti delle indagini sugli scontri di piazza seguiti alla prima morte. Ma stavolta evidentemente non vuole rischiare che si ripetano.

Per Lorenzo ci sono state anche le parole di affetto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e quella sua frase inequivocabile, «è doveroso ascoltare la voce degli studenti». Le parole dell’ordinanza sono chiare: alla «delicatezza delle tematiche sollevate dal mondo studentesco» è necessario corrispondere con «una sensibile capacità di ascolto e di mediazione», scrive Frattasi, «Soprattutto l'attività di interlocuzione, che potrà essere proficuamente svolta, dai signori questori nei confronti dei promotori o degli organizzatori, potrà costituire un efficace strumento per scongiurare possibili strumentalizzazioni delle istanze studentesche e per isolare le frange più radicalizzate della protesta».

L’ordinanza si conclude sottolineando che la «linea d’azione» di chi dirige le forze dell’ordine dovrà essere orientata al «doveroso bilanciamento tra il diritto di manifestare e le indefettibili esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica»

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