Il centrodestra aumenta il distacco con il 52,2 per cento delle preferenze. L’affluenza intorno al 50 per cento, in calo di dieci punti. In Valle d’Aosta boom degli autonomisti con il 28 per cento dei voti
Francesco Acquaroli è stato rieletto presidente delle Marche. A dare conferma della vittoria è stato il portale Youtrend. «Ho chiamato Acquaroli per fargli le mie congratulazioni», ha detto il candidato dell’opposizione Matteo Ricci. Il risultato è stato anche commentato dalla premier Giorgia Meloni: «Gli elettori hanno premiato una persona che in questi anni ha lavorato senza sosta per la sua regione e i suoi cittadini. Sono certa che continuerà nel suo impegno con la stessa passione e determinazione. Complimenti Francesco e buon lavoro».
A 101 sezioni scrutinate su 1.572, il governatore delle Marche ricandidato per il centrodestra, Francesco Acquaroli, è al 51,38 per cento dei consensi; il suo sfidante, Matteo Ricci, è intorno al 45,25 per cento.
Come da pronostico, l’affluenza è scesa di dieci punti percentuali con circa il 50 per cento dei marchigiani al voto, contro il quasi 60 per cento del 2020.
Le Marche erano considerate l’unica regione dal risultato davvero incerto delle sette al voto entro fine anno. Il suo esito rischia di condizionare gli equilibri nazionali ma anche le candidature di centrodestra nelle altre regioni.
Le parole di Ricci
«Abbiamo costruito un progetto di cambiamento per le Marche perché siamo molto preoccupati, ma i marchigiani hanno scelto la continuità, sapevamo che era una battaglia complicatissima, mi sono messo a disposizione di questo progetto, ho dato il 200 per cento di quello che potevo dare e penso si sia visto», ha detto Ricci in conferenza stampa. «Le forze in campo sapevamo che erano sbilanciate, per ogni nostro manifesto ce ne erano sei degli altri, è stata una lotta impari dal punto di vista delle risorse», ha aggiunto Ricci che poi ha ringraziato i leader politici, «Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli e Matteo Renzi» assieme ai militanti, «vi voglio bene con tutto il mio cuore, avrei voluto dare una soddisfazione oggi, ma non ci siamo riusciti. Ora dobbiamo tenere unita questa coalizione».
Le parole di Acquaroli
«È stata una campagna elettorale intensa e bella, con grandi soddisfazioni. Intorno alla coalizione si siano unite liste civiche e il contributo della società civile. Siamo determinati a continuare il lavoro iniziato, con tante riforme da completare fino in fondo», è il commento del vincitore Francesco Acquaroli, presidente riconfermato alla guida della Regione. «C'è grande soddisfazione perché, evidentemente, il lavoro fatto è stato importante per la comunità marchigiana», ha aggiunto ringraziando i propri familiari e «i tanti cittadini che ci sono stati al fianco, incoraggiandoci ad andare avanti». Il presidente eletto si è detto determinato anche «a far tornare la Regione fra le sviluppate d'Italia. Vogliamo ridare le risposte per far tornare competitiva l'industria manifatturiera. Anche sulla sanità daremo risposte ulteriori rispetto a quelle date fino ad ora».
Cosa cambia per il centrodestra e il centrosinistra
Nulla da fare per il campo largo delle opposizioni che incassano un’importante sconfitta anche in vista delle politiche del 2027. Con la sconfitta, la segreteria del Partito democratico Elly Schlein – già in questo momento alle prese con lo scontento della componente più moderata dei dem – rischia ulteriore malcontento e distinguo interni sulle sue scelte strategiche.
Questo risultato elettorale «è una cosa che riguarda le Marche non il resto del paese», ha detto Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, ospite a Skytg24. Sulla base delle prime proiezioni Boccia osserva «l'ottimo risultato del Pd» anche se «non è importante essere il primo partito ma vincere» e da questo punto di vista «Ricci ha fatto un ottimo lavoro».
Il risultato sbloccherà la situazione dei candidati per il centrodestra nelle altre regioni al voto nei prossimi mesi. Con la riconferma di Acquaroli, in Veneto è quasi scontata la candidatura del leghista e vicesegretario nazionale, Alberto Stefani.
Il voto in Valle d’Aosta
Il 28 settembre si è votato anche in Valle d’Aosta, dove l’elezione del presidente della Regione non è diretta ma gli elettori votano per i partiti, che si accorderanno poi per la scelta del governatore. Per ottenere il premio di maggioranza la soglia è del 42 per cento. A votare sono andati il 62,9 per cento dei valdostani.
Stando ai primi dati dello spoglio, la coalizione di centrodestra è avanti con il 33 per cento (Ensemble Insieme - Forza Italia e Renaissance, Fratelli d'Italia, Lega), seguita dalla lista autonomista Union Valdotaine con il 28 per cento che è il primo partito. Seguono Autonomisti di Centro con il 14,3 per cento, Forza Italia con il 11,6 per cento, Fratelli d'Italia con l'11,4 per cento, Lega con l'9,3 per cento, Pd con il 9,9 per cento, Autonomisti al 14,3 per cento.
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