La battaglia per i diritti Lgbtqi+ – anzi in questo caso contro -entra nelle amministrative di Napoli: «Con Catello Maresca sindaco di Napoli non ci saranno più genitore 1 e genitore 2 sulle carte d'identità, non ci saranno più forzature all'anagrafe del Comune per registrare figli comprati con l'utero in affitto e nel Palazzo ritorneranno al centro i valori cristiani, da troppo tempo assenti nel Consiglio comunale della terza città d'Italia». Così Gigi Mercogliano, coordinatore del Popolo della Famiglia di Napoli, ha ufficializzato il suo appoggio al candidato di area centrodestra.

Mentre la nota verbale del Vaticano per modificare il ddl Zan contro l’omotransfobia ha portato alla ribalta l’ingerenza della chiesa nel nel dibattito legislativo, continuano sullo sfondo gli intrecci nel campo della politica. Il prossimo uno luglio, scrive su Facebook Mercogliano, «presenteremo il nostro progetto valoriale assieme al nostro candidato sindaco e ai tanti amici che ci accompagneranno in questa lunga campagna elettorale». Per l'occasione sarà presente Mirko De Carli dirigente nazionale del Popolo della Famiglia. Qualora vincesse Maresca, sottolinea, «la Famiglia tornerebbe a sedere nel consiglio comunale di Napoli».

Scontro di appoggi

Il magistrato in aspettativa Maresca, non è ancora riuscito a mettere d’accordo Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Nei giorni scorsi aveva fatto discutere: «Mettiamo da parte vessilli e ragioni di stato, dialoghiamo su contenuti. La gente ha bisogno di questo. Ce ne fottiamo dei simboli, noi vogliamo ragionare di progetti e programmi», aveva dichiarato durante un comizio a Ponticelli. Ma questo non significa che non stia lavorando a una sua rete.

Così nel frattempo ha trovato l’appoggio entusiasta dell’area cattolica più conservatrice, una mossa immediatamente notata da Gianpiero Laurenzano, della formazione di sinistra Potere al popolo, che accusa: «Nel testo di chiamata dell’evento si richiede addirittura di fare passi indietro, in nome del ritorno ai valori cristiani, rispetto alle conquiste che in questi anni si sono raggiunte e che hanno fatto diventare Napoli una delle prime città d’Italia sul fronte della difesa dei diritti delle comunità Lgbtqi+». Per Pap questa scelta non giocherà a favore di Maresca: «Rassegnatevi: Napule è mille culure e qui voi non avrete mai cittadinanza» replica Laurenzano all’iniziativa. Loro appoggiano Alessandra Clemente, la candidata assessora al patrimonio nell’attuale giunta comunale ed erede designata del sindaco Luigi De Magistris.

Non solo la Famiglia

Nella battaglia degli appoggi anche inediti posizionamenti politici. Pochi giorni fa, continua Laurenzano, Maresca aveva trovato il sostegno di Francesco Chirico, presidente della II Municipalità eletto con Dema, il movimento di De Magistris: «A quanto pare Maresca, che si definisce un candidato indipendente, è sottomesso ai contenuti e ai programmi della peggiore destra della nostra città. Solo due giorni fa Francesco Chirico, giustificava il suo passaggio tra le fila di Maresca dicendo che il Pm è intervenuto sulla battaglia Lgbt, sostenendo che i legami siano basati sull'amore e non sul genere». E adesso lo provoca: «Che ne pensa Chirico del fatto che proprio oggi il caro Maresca annuncia la sua partecipazione all’ iniziativa del Popolo della Famiglia in opposizione al Pride?».

Su questo punto anche Fratelli d’Italia lo aveva attaccato, ma in un altro senso: «Catello Maresca vorrebbe imitare Luigi De Magistris, riciclando anche autorevoli esponenti del suo movimento, ma temo che la mancanza di chiarezza lo porterà a risultati più simili a quelli di Ingroia», commentava domenica Edmondo Cirielli, deputato e coordinatore della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia paragonandolo a un altro ex magistrato dalla sfortunata carriera politica.

Il panel

Mentre Fratelli d’Italia prevede la fine di Maresca, nella scaletta del Popolo della Famiglia si trova insieme a Enzo Rivellini, candidato alle scorse regionali con Fratelli d’Italia. Da Pap commentano: «È un noto esponente dell’area neo-fascista napoletana». Il politico, passato da Alleanza nazionale a Forza Italia, infine a Fratelli d’Italia, adesso si presenta come presidente dell’associazione Napoli Capitale. Oppositore dell’ex candidato del centrosinistra oggi indipendente Antonio Bassolino, si era fatto notare per la sua posizione sul fascismo: «Sono convinto – aveva detto Rivellini a una festa dei giovani di An una decina di anni fa - che alla domanda "oggi sei fascista o antifascista" non bisogna rispondere, poiché qualunque risposta, e dico qualunque, può essere strumentalizzata. Conviene più ragionevolmente star zitti e lasciare questo tipo di dibattiti agli storici».

La sua campagna elettorale è già cominciata: ha messo la maglietta della Juventus alla statua di Garibaldi, dopo che il candidato della coalizione di centrosinistra Gaetano Manfredi ha rivelato di non tifare Napoli ma di essere juventino.

Un «blitz futuristico e significativo», ha detto non disdegnando il ricordo del poeta Filippo Tommaso Marinetti fortemente legato al fascismo. Maresca d’altronde dei simboli “se ne fotte”, così è più facile parlare con tutti.

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