«Ricordiamo oggi le vittime, i tanti feriti, le migliaia di sfollati, le comunità segnate profondamente da smarrimento e angoscia. Medolla è stata, con Mirandola e San Felice sul Panaro, epicentro della scossa della mattina del 29 maggio, che ha causato il maggior numero di vittime; molte delle quali nei capannoni dove si lavorava per riparare le strutture lesionate nove giorni prima. I comuni di questo territorio e la loro gente hanno reagito con la laboriosità, con il desiderio di rinascita, con la solidarietà' che li accompagna: i sentimenti più forti per affrontare e superare i momenti della disperazione». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Medolla in Emilia, dov’è in visita per ricordare la prima, forte scossa di terremoto del 20 maggio 2012.

Il presidente ha sottolineato la capacità degli emiliani di reagire alla devastazione causata dal sisma: «Quel terremoto ha colpito una delle aree più produttive del paese e ha rischiato di spezzare filiere, oltre che reti logistiche, essenziali per la competitività del nostro sistema. In una terra industriosa si e' rimesso il lavoro al centro della vita della comunità: non soltanto nelle opere di ricostruzione ma anche nella continuità nella produzione, presenza e qualità confermate sui mercati, export che non ha subito battute d'arresto» ha proseguito.

La guerra

Mattarella è tornato a parlare anche della guerra, spiegando che l’accoglienza dei profughi ucraini «è una prova di umanità che fa comprendere al mondo, e anche agli aggressori, che il nostro obiettivo non e' continuare la guerra ma sconfiggere la prepotenza di chi la muove, facendo vincere la pace e la convivenza, nella libertà e nel rispetto del diritto».

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