- Il sussulto verbale probabilmente è emerso perché quello di Conte è stato non solo uno degli interventi più potenti nel dibattito sulla fiducia, ma è stato quello che ha sfidato Meloni nella realtà alternativa in cui lei domina incontrastata.
- Spieghiamo meglio. Gli argomenti espressi da Conte nel solito italiano claudicante (memorabile il padre di famiglia «rottamato» e rappresentato come «tossicoindipendente» da quelli come Meloni) non reggono a un’elementare prova di logica e si squagliano rapidamente se si va in cerca di un minimo di coerenza politica.
- Nel metaverso dei Cinque stelle i vecchi paradigmi non valgono più e i princìpi della dinamica politica sono privi di efficacia e valore. Cercare di applicarli non è solo frustrante per la ragione, ma è politicamente pericoloso per chi si avventura in un tentativo di confutazione.
Non importa se Giorgia Meloni abbia detto “che merda” o “che meriti” mentre ascoltava l’intervento di Giuseppe Conte alla Camera martedì. Quel che importa è che il labiale attentamente osservato al var di palazzo Madama ha segnalato una reazione, un sussulto in una premier esordiente altrimenti impegnata nello sforzo di contenersi di fronte agli interventi dell’opposizione. Il sussulto verbale probabilmente è emerso perché quello di Conte è stato non solo uno degli interventi più potenti ne



