La conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato la riforma costituzionale con l’introduzione del premierato è stata l’occasione per la presidente del Consiglio di parlare per la prima volta anche del caso dello scherzo dei due comici russi, Vovan e Lexus,  uno dei quali si era presentato come un diplomatico africano. L’incidente questa mattina ha provocato le dimissioni del consigliere diplomatico Francesco Maria Talò.

«Come ho già dichiarato, verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio sul tema del nazionalismo ucraino. Ho avuto un dubbio, non una certezza, l'ho segnalato all'ufficio diplomatico che c'era qualcosa che non tornava e credo ci sia stata superficialità nelle verifiche», ha spiegato la premier annunciando che per questa ragione «questa mattina l'ambasciatore Francesco Maria Talò ha rassegnato le dimissioni e lo considero un gesto di grande responsabilità».

Meloni ha parlato di «situazione gestita con leggerezza» e «vicenda non gestita bene. Siamo tutti dispiaciuti e l'ambasciatore Talò se ne è assunto la responsabilità». 

Parlando delle dimissioni di Talò, che è comunque prossimo alla pensione, Meloni ha aggiunto: «Lo voglio ringraziare, il suo è un gesto di grande responsabilità», fatto nella «consapevolezza» della «superficialità» con cui è stata gestita la vicenda, «ma che racconta una persona a servizio delle istituzioni da qualche decennio, è stato anche al mio servizio e io credo che di queste telefonate ne abbiamo gestito almeno altre 80». «Io credo di essere il premier che ha incontrato come nessun un altro» altri vertici delle istituzioni «e mi spiace che in questo inciampo si possa mettere in discussione il lavoro fatto, ma vedete, più fai... più rischi». 

E poi aggiunge: «Io se ricevo una telefonata dall'ufficio del consigliere diplomatico la devo dare per buona».

Rispondendo a un’altra domanda sullo stesso argomento, in particolare sui legami tra il duo Vovan e Lexus e i servizi russi, Meloni ha aggiunto che «La telefonata è stata rilanciata prima di tutto da programmi organici alla propaganda del Cremlino e questo dovrebbe indurre a riflettere chi sta facendo da megafono a questi comici». Rivendica tuttavia di aver ribadito nella telefonata solo posizioni già assunte pubblicamente. Come la “stanchezza” per la guerra in Ucraina. «Non ho detto nulla di nuovo, io sono consapevole che le opinioni pubbliche, anche la nostra, soffrono per le conseguenze del conflitto».

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