L’emendamento tedesco sulle Ong è «un passo indietro». I soldi della Germania ai volontari sono «solidarietà con i confini degli altri». L’Italia presenterà una controproposta: se una Ong salva i migranti, li faccia sbarcare nel paese di cui “batte bandiera”.

Sul dossier migranti indossa la maschera più feroce la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che interviene a margine del Med9 di Malta il giorno dopo lo stallo del governo italiano sul regolamento Ue per le crisi migratorie inserito nel Patto sulla migrazione e l'asilo. 

«Io capisco – dice – la posizione del governo tedesco, ma se vogliono tornare indietro sulle regole delle Ong, allora noi proponiamo un altro emendamento in forza del quale il Paese responsabile dell'accoglienza dei migranti che vengono trasportati sulla nave di una Ong è quello della bandiera della nave», è il concetto centrale. Una posizione che rischia di rimettere in discussione l’accordo faticosamente raggiunto a Bruxelles, grazie alla mediazione spagnola che aveva raccolto l’ok della Germania, e che fino a poche ore fa i vertici Ue consideravano ormai cosa fatta. Poi l’Italia ha preso tempo.  

«Ho avuto degli scambi con il cancelliere Scholz nella giornata di ieri», aggiunge. La Germania è arrivata con alcuni emendamenti, uno in particolare, quello che riguarda le Ong, che per noi rappresenta un passo indietro. Abbiamo chiesto di avere tempo, non si poteva decidere così».

Politica interna

Nell’occasione Meloni è intervenuta anche sullo scontro politico italiano per i conti economici, in particolare sui timori di un aumento eccessivo dello spread. «Questa preoccupazione – dice – la vedo soprattutto nei desideri di chi come sempre immagina che un governo democraticamente eletto, che fa il suo lavoro, che ha una maggioranza forte, debba andare a casa. Mi diverte il dibattito, temo che questa speranza non si trasformerà in realtà». 

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