La premier ha parlato di «nuovo paradigma» nei rapporti tra Africa ed Europa, e ha incassato il sostegno della presidente della Commissione Ue. In più ha proposto un deciso taglio al debito africano. A riportare alla realtà ci ha pensato il numero uno dell’Unione africana Youssouf
Il viavai a Villa Doria Pamphilj è iniziato a metà mattina. Sui tappeti rossi della sede di rappresentanza del governo a Roma, sono sfilati diversi ministri, leader e vertici di istituzioni economiche africane, ricevuti dalla premier Giorgia Meloni. Con lei anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, per il summit internazionale dal titolo “Il Piano Mattei per l’Africa e Global Gateway: uno sforzo comune con il continente africano”. Prima le riunioni di lavoro, poi una fanciullesca cerimonia per lo scambio di accordi economici, infine una conferenza.
L’assist a Giorgia
Il vertice, come ribadito dalla premier, è stato «un passo fondamentale nell’internazionalizzazione del Piano Mattei». Un obiettivo, quello di coinvolgere il più possibile l’Unione europea, che si era posto Palazzo Chigi fin dall’inizio. Per ovviare ai limitati fondi messi a disposizione da Roma, 5,5 miliardi di euro, rispetto ai 150 miliardi europei destinati all’Africa dal Global Gateway, ma anche per ottenere da Bruxelles un maggiore supporto sul dossier africano, priorità - almeno a parole - del governo italiano.
Von der Leyen è sembrata ben felice di fornire un assist a Meloni. E da Villa Pamphilj ha ribadito l’obiettivo europeo: «Stiamo unendo le risorse della nostra Ue e dei paesi membri per attrarre capitali privati». Quello dei fondi privati è stato il fulcro della questione. «Vediamo che altri paesi stanno tagliando i loro finanziamenti, pensiamo che sia sbagliato. Attrarre nuovi investimenti in Africa è nel nostro interesse», ha rimarcato la presidente della Commissione Ue, per poi parlare più banalmente di «enorme potenziale» e di un’Africa «piena di risorse».
Il nuovo paradigma
Meloni, invece, ha rimarcato la costruzione di «un nuovo paradigma» tra Africa ed Europa. Una terra, quella africana, che per la premier è stata «incompresa e in molti casi sfruttata» ma «dove si gioca il nostro futuro». Anche lei, come von der Leyen, ha parlato di «enormi potenzialità e occasioni», prima di spiegare i progetti strategici su cui si sono concentrati i lavori e gli 11 accordi dal valore di 1,2 miliardi di euro.
In primis il corridoio di Lobito, infrastruttura che unirà l’Africa orientale a quella occidentale, tramite l’Angola, lo Zambia e la Repubblica democratica del Congo. Anche qui, si è invocato il coinvolgimento del mondo dei privati e ringraziato Cassa depositi e prestiti e Sace per un finanziamento da 250 milioni ad Africa Finance Corporation, istituto finanziario con 43 Stati africani. Poi un progetto che riguarda le filiere produttive del caffè, con un accordo con garanzia europea da 110 milioni di euro «a sostegno degli sforzi italiani per il ripristino dell’agricoltura sostenibile».
E ancora: lo sviluppo del Blue Raman, il cavo sottomarino di Sparkle, che punterà a collegare l’India all’economia europea inglobando il continente africano e il Mediterraneo. Infine, Meloni ha annunciato la creazione a Roma dell’Ai Hub, nato già con la presidenza italiana del G7, che mira a coinvolgere partner globali come Microsoft e centinaia di start up africane per lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale.
La questione più rilevante è quella dell’iniziativa lanciata dalla premier italiana sul taglio del debito africano. Un tema centrale «per lo sviluppo del continente che, se non affrontato adeguatamente, rischia di vanificare tutti gli altri sforzi», ha detto Meloni. La proposta è di «convertire nei prossimi 10 anni l’intero ammontare del debito per le nazioni meno sviluppate, secondo i criteri della Banca Mondiale, e di abbattere del 50 per cento quello delle nazioni a reddito medio basso». Il risultato stimato è quello di convertire in progetti locali circa 235 milioni di euro di debito.
Dopo Meloni e von der Leyen, a parlare è stato il presidente della Commissione dell’Unione africana Ali Youssouf, che ha riportato alla realtà il vertice, esprimendo «profonda preoccupazione» per tutti i conflitti e le instabilità in Africa, in Europa e in Medio Oriente. I bombardamenti tra Iran e Israele, quelli russi in Ucraina e le guerre in Africa, fino a quel momento erano lontani da Villa Pamphilj.
© Riproduzione riservata