Ogni divergenza è dimenticata. Mentre si rincorrono i retroscena per decidere chi sarà l’erede politico di Silvio Berlusconi, la presidente del Consiglio tesse le lodi dell’ex premier recentemente scomparso nel giorno dei suoi funerali. Meloni ha scritto una lettera di addio al Corriere della Sera in cui ringrazia Berlusconi, l’ex primo ministro che a suo dire ha «impedito» l’avvento del «post-comunismo»: «Il suo modo di essere nella vita privata è diventato una svolta pubblica, una reazione di fronte alla parabola che in Italia stava assumendo la storia dopo il crollo del Muro di Berlino. Berlusconi ha impedito che i post comunisti prendessero il potere in Italia pochi anni dopo il crollo dell'Unione Sovietica che aveva sancito la fine del comunismo in Europa». Alla fine di questa storia, prosegue «i suoi avversari hanno perso».

In Italia e fuori

Lodi anche sul fronte estero. Per Meloni, si legge, Silvio Berlusconi ha conferito all’Italia «una dimensione occidentale e contemporanea, rafforzando così l'intera nazione a livello internazionale». Nessun riferimento al fastidio interno per la stretta amicizia di Berlusconi con il presidente russo Vladimir Putin. «Della sua figura prevalgono le molte luci, sul piano umano e ancor di più su quello politico», ha scritto.

Tra «naturale empatia che molti italiani provavano», perché il miliardario leader di Forza Italia era «uno che ce l'aveva fatta e che non apparteneva a quei mondi esclusivi e inaccessibili, tipici delle storiche famiglie influenti italiane». Negli anni, molte inchieste hanno cercato di gettare una luce sull’origine delle fortune di Berlusconi, la premier dà la sua versione: «La storia della famiglia di Berlusconi è quella di tanti italiani che nel Dopoguerra, con pochi soldi e molte speranze, si sono battuti per migliorare la loro condizione e quella dei propri figli, realizzando quello che è stato chiamato il miracolo italiano».

Nessun riferimento al conflitto di interessi che per anni ha occupato le cronache. Da leader di partito e da presidente del Consiglio, conclude Meloni, è stato «un formidabile difensore del nostro interesse nazionale e del nostro tessuto produttivo e sociale. È questa la grande eredità che Berlusconi lascia all'Italia. Ne sapremo fare buon uso. Grazie Silvio».

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