La screaming tv, la tv urlante, da quasi quarant’anni domina il talk di prima serata e, alla testa dell’insieme dei mass media, è il controcanto da tinello alle istituzioni in crisi e all’emergente magma “populista”. Temi costitutivi: la saga anticasta, l’epopea dei “neri alla marina”, il tritolo dietro il velo.

Da quando  la Rai, rifugiandosi dietro la forza delle fiction, s’è chiamata fuori dal talk show politico in prime time, la screaming tv s’è concentrata su La7 e Rete4, con la prima a coltivare il populismo da “sinistra” (dress code: l’indignazione) e la seconda il “feltrismo” che l’eterno Vittorio secerne da ogni parte di sé stesso (dress code: la paura). 

Pare, però, che da qualche tempo Rete 4 – ma i tg non sono da meno –, metta la sordina al tema degli sbarchi, pur molto caro alla sua audience, nonostante avvengano con frequenza e ampiezza superiore rispetto agli ultimi anni e alle soglie della stagione buona in cui le onde s’acchetano e il traffico s’ingrossa.

Può darsi che la svolta derivi dall’evidenza che il fracasso su quel tema politicamente non conviene, perché i “respingimenti” e l’“aiutarli a casa loro” acchiappano voti solo se sei all’opposizione. Dopodiché qualcosa in pasto alla paura bisogna darla e per questo, con l’anticasta in magazzino e mancando lo scontro di culture fra il parroco e l’imam, non resta che ricorrere ai figuranti minori usati finora per contorno: lo scempiatore delle cose belle, lo sparpagliatore notturno delle bottiglie delle birre, il gorgo del “reiv”, evento invasivo dall’onomatopea misteriosa e impaurente. Ma la toppa è assai vistosa perché è come sostituire Pascoli all’Iliade e all’Odissea. Mentre la chiave “epica”, nemici in agguato, donne da proteggere, largo agli eroi che s’armano e combattono, è l’unica capace di radunare le audience lungo solide e resistenti linee tribali e identitarie.

La tv è nata per servire e inseguire

O davvero si pensa che la “potenza della tv” consista nel manipolare attese e pensieri, fissare l’agenda setting e tirarsi appresso lo spettatore per l’orecchio? È vero il contrario: la tv, come ogni medium di massa, è nata per servire e inseguire i segmenti di pubblico che scova e che l’usano da specchio. Questa è la potenza, tutta passiva, dei mass media a largo spettro.

Per questo, ci fosse la concorrenza nella tv generalista italiana, la mossa di Mediaset sarebbe l’inizio del ritorno di Rete4 a rete morta, perché tradisce le attese del suo pubblico. Murdoch lo ha sempre detto ai suoi: rifiutare al pubblico quel che il pubblico s’attende «è molto stupido» perché devia l’audience verso altri. Che non mancano negli Stati Uniti, pronti a suonare le vecchie grancasse e a gridare nel contempo al tradimento del canale fino allora dominante per catturare il segmento rurale, anti costiero e antiestetico del pubblico americano. Li sì che il povero Gian Luigi Paragone potrebbe ruggire da mattina a sera su un canale tutto suo dando ristoro ai profughi provenienti dal Biscione.

Fox News non tradisce le sue bugie

Fox News, il canale della destra trumpiana, con anchor men che, quanto a  profumarsi per la destra la insegnano a Del Debbio, Giordano e Porro (Nicola, scusa la compagnia, ma te la sei cercata!), è adesso in gran trambusto perché colto in castagna a spargere balle consapevoli sulle fantasticate, da Trump, irregolarità delle elezioni. L’editore, il citato Murdoch, ha dovuto ammettere che un ordine di scuderia imponeva la menzogna a tutela del bilancio. Al primo civettare con la verità del voto regolare, gli spettatori avevano preso a fuggire verso un canale che teneva duro con le balle. Conclusione: Murdoch, stretto dagli avvocati innanzi a un giudice, forse rimborserà miliardi al diffamato gestore dei sistemi elettronici di voto, ma Fox News non defletterà dal dire e dare alla sua audience quel che questa s’attende di ricevere.

Il duopolio non paga, tradisce quando vuole

Da noi, il sistema del pluralismo è, a dire poco, molto meno reattivo. La Rai è inchiodata al tartufismo televisivo del parlamento e, dopo mezzo secolo di deserto provocato dal duopolio, Mediaset può “tradire” chiunque voglia senza rimetterci un quattrino perché le vere alternative ai suoi canali e a Publitalia non ci sono. Del resto il duopolio altro non è che la tv dei partiti costituzionalizzata, e neppure  basterebbero due terzi del parlamento per cambiarlo. Non per caso è un punto fermo. Anzi un punto immobile.

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