Dalle consulenze agli ex dirigenti della Pubblica amministrazione prorogabili per altri quattro anni fino alla mano libera data a Renato Schifani sulla gestione della baraccopoli di Messina. Tra tanti stop e qualche ripartenza, il governo ha plasmato il decreto Milleproroghe, in esame al Senato, a propria immagine e somiglianza, rimandando ancora di qualche ora la questione delle concessioni balneari. Un nodo che dovrà essere affrontato di fronte agli emendamenti di Lega e Forza Italia, che individuano una strategia per arrivare a un congelamento della situazione almeno per altri 12 mesi, trovando peraltro la convergenza di Fratelli d’Italia. Solo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, deve giocare la partita anche sul tavolo europeo. Così i balneari restano in ammollo.

Non è mancato poi un problema: quello relativo all’intervento sull’abuso delle plusvalenze per le società sportive, inserito con l’intento di contrastare il fenomeno, legato al mondo del calcio, che ha portato la Juventus a subire una penalizzazione di 15 punti nel campionato in corso.

Lo scopo, come riferito dalla relazione tecnica, è di «restringere la possibilità di ripartizione delle plusvalenze ai fini della determinazione del reddito». Tuttavia, le opposizioni hanno sottoposto dei rilievi ai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio, chiedendo di valutare l’ammissibilità, in quanto estraneo alla materia. Pronta la replica dal Mef: «Lo ripresenteremo in un altro provvedimento».

Pensionati e confermati

Una delle principali novità introdotta dagli emendamenti governativi, è comunque l’allargamento delle garanzie per i pensionati di tornare nei ruoli dirigenziali della pubblica amministrazione, sotto forma di consulenti, andando in direzione contraria alla richiesta di rinnovamento.

Secondo l’emendamento presentato dall’esecutivo, infatti, la deroga è permessa fino al dicembre 2026 per vari enti, che vanno dalla Rai alla Consob, in quanto amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato dell’Istat. L’emendamento deroga, insomma, una legge in vigore teoricamente dall’estate 2012.

Altro capitolo quello fiscale: entro il 31 marzo i comuni potranno decidere se aderire allo stralcio delle cartelle per quanto riguarda i tributi locali, relativi al periodo 2000-2015, di importo inferiore a mille euro.

Tra i testi a firma del governo c’è una mano tesa al presidente della regione Siciliana, Renato Schifani, che diventa commissario straordinario della baraccopoli di Messina, sostituendo il prefetto che finora aveva assolto a questa funzione.

A Schifani, poi, viene concessa la possibilità di indicare un subcommissario e viene offerto un potenziamento dell’organico con l’assunzione di tre nuove figure, attraverso i bandi regionali. L’incarico, infine, sarà prolungato per altri due anni, fissando la scadenza al dicembre 2024 con una spesa complessiva di circa mezzo milione di euro.

Nel Milleproroghe c’è poi il sostegno all’Agea, l’agenzia che eroga i fondi per l’agricoltura, passata sotto la guida di Fabio Vitale da qualche mese. Viene allungata la possibilità, già prevista, di rafforzare l’organico interno concedendo inoltre la possibilità di attingere allo scorrimento delle graduatorie, ancora valide, dei concorsi svolti in passato. Insomma, niente nuovi bandi.

Residui di tensione

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La giornata ha risentito delle tensioni politiche innescate sul caso Cospito. Uno dei due relatori del decreto, Alberto Balboni (FdI), ha preso le difese del compagno di partito Giovanni Donzelli, durante l’informativa del ministro Nordio al Senato, svoltasi mercoledì sera.

«Andando in carcere avete aperto una voragine alla mafia», ha detto Balboni. In segno di protesta, Pd e Alleanza verdi-sinistra hanno disertato i lavori in commissione fino al primo pomeriggio. Il ritorno alla normalità è avvenuto solo dopo che lo stesso Balboni ha dovuto puntualizzare: «Non ho mai inteso accostare il Pd alla mafia».

Superato l’impasse, è stato stabilito il calendario. Il percorso prevede nella giornata di lunedì prossimo come termine per la presentazione dei subemendamenti. Martedì ci saranno le votazioni a ritmi serrati, nonostante lo stop ai lavori dell’aula del Senato a causa delle elezioni regionali, per arrivare al via libera del testo definitivo a metà settimana, non oltre mercoledì sera.

Il Milleproroghe passerà all’esame dell’assemblea solo dopo il voto nel Lazio e in Lombardia. E c’è già chi prevede una nuova fiducia per farlo passare in tempi rapidi alla Camera, dove sarà impossibile apportare modifiche.

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